Lillo, morto Massimo, il suo compagno umano al quale era intestato all’anagrafe canina, ha rischiato di finire chissà dove. O di finire e basta.
Daniela infatti, la compagna di Massimo, che con altri animali è la famiglia di Lillo, un bianco cagnolino di otto anni, non essendo sposata non aveva alcun formale diritto a tenere con sé Lillo. Nel frattempo la figlia di Massimo rinuncia all’eredità e, quindi, dopo mesi anzi anni, sarà lo Stato a subentrare. E Lillo dove sarebbe potuto andare, a spese dello Stato? In un canile, e quale? E perché toglierlo all’altra sua umana di riferimento, alla sua famiglia adottiva?
“Le chiedo consiglio. Conosco le tempistiche per dover comunicare il decesso di un cane o del proprietario. Mi è stato risposto più volte dall'Asl veterinaria che non essendo sposati, non era possibile effettuare il passaggio di proprietà intestandolo a me in quanto il mio compagno ha una figlia per cui sarebbe necessaria la sua firma o un atto notorio (negando i miei diritti di compagna e convivente, nonché di detentore del cane che è sempre stato con noi e da 4 mesi solo con me nella nostra abitazione) . Dopo aver parlato con la figlia del mio compagno, ho spiegato all'Asl che lei era disposta solo a testimoniare verbalmente, ma che non avrebbe firmato nulla, né scritto nessun atto notorio, in quanto aveva rinunciato a tutto ciò che riguardava suo padre e per cui non voleva che risultasse nulla di scritto e firmato. Sono trascorsi quattro mesi dalla morte del mio compagno ed io ed il mio cane ci ritroviamo nell'illegalità, contro la nostra volontà, e con il rischio che se dovessi perderlo o altro, non avrei nessun diritto per recuperarlo, inoltre non ho la possibilità di stipulare un'assicurazione e mi domando come mai un ente pubblico con il quale da anni combatto insieme da volontaria per la legalità e contro randagismo e abbandono mi ostacoli nel tutelare il mio cane. Ho contattato anche la segreteria del Sindaco, in quanto per legge un cane senza proprietario appartiene al Sindaco, mi è stato detto che essendo chippato il cane non può appartenere al Sindaco come i randagi, come posso fare per risolvere? il tempo passa ed io ed il mio Lillo avremmo bisogno di un po’ di serenità”.
Così siamo intervenuti con una formale richiesta ad Asl e Sindaco, supportando l’istanza di Daniela. Passano dei giorni, noi sollecitiamo telefonicamente. Poi, finalmente, il messaggio di Daniela: “Ce l’abbiamo fatta! Ho appena fatto il passaggio di proprietà, ora io e Lillo siamo una famiglia legale insieme ai gatti. Grazie, grazie, grazie”.
Brindiamo a Lillo e a Daniela! Ma per tutti i Lillo d’Italia c’è una proposta di Legge che abbiamo fatto ripresentare anche in questo nuovo Parlamento, per la modifica del Codice Civile che ancora considera gli animali come “beni mobili”, quindi come oggetti, in pieno contrasto con il Trattato Europeo e con il Codice penale.
Ministro della Giustizia Bonafede, assieme all’annunciato maggior e miglior sanzionamento di maltrattamenti e uccisioni, perché non fare anche questo altro passo in avanti?
Gianluca Felicetti
Presidente LAV