L’impatto dell’allevamento sul riscaldamento globale è ormai noto, eppure, nel dibattito politico sui cambiamenti climatici, rimane il grande assente.
Per questo motivo LAV, insieme ad Eurogroup for Animals ed oltre cinquanta altre organizzazioni, ha firmato una lettera aperta indirizzata alla presidenza britannica della 26a Conferenza delle parti delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, COP26, che si terrà a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre 2021, per chiedere di riconoscere la zootecnia tra i principali responsabili del surriscaldamento del pianeta.
Si stima che la produzione zootecnica sia responsabile di una percentuale di emissioni di gas climalteranti che va dal 14.5% al 16.5%. Il nostro sistema agro-alimentare è fortemente sbilanciato verso la produzione ed il consumo di prodotti derivati da animali, come carne, formaggi e uova, anche a causa di un sistema di sussidi che incentiva tale distorsione. Come ha sottolineato l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) nel suo ultimo report, senza una sostanziale riduzione di tali consumi ed una riconversione del sistema produttivo verso cibi a base vegetale, non sarà possibile fermare l’aumento delle temperature entro il limite dei 2°, già rivisto rispetto al limite di 1,5° previsto dagli accordi di Parigi del 2015.
Solo riconoscendo pienamente l’impatto della zootecnia sul cambiamento climatico e sul consumo di risorse (come terra ed acqua), e mettendo in atto azioni decise, potremo garantire la sopravvivenza di tutti i viventi sul pianeta, compresa la nostra.