Convertito in Legge il decreto per l’organizzazione del Giubileo 2025, che con il pretesto della peste suina prevede un fiume di denaro pubblico per i cacciatori.
È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 16 agosto la Legge 10 agosto 2023, n. 112, che converte in legge il decreto riguardante “Disposizioni urgenti in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, di agricoltura, di sport, di lavoro e per l'organizzazione del Giubileo della Chiesa cattolica per l'anno 2025”. Un decreto dal titolo lungo, che non sembrerebbe occuparsi di animali. E che invece dà disposizioni sulla gestione della Peste Suina Africana.
IL MASSACRO DEI CINGHIALI
Al suo interno, infatti, era stato surrettiziamente inserito l’articolo 29, voluto dal Governo con i Ministri Lollobrigida e Schillaci e inserito nel Decreto Legge già uscito dal Consiglio dei Ministri, che definiva alcune misure per il contrasto della suddetta patologia, tra le quali la riduzione numerica della popolazione di cinghiali. Riduzione che, come al solito, viene affidata ai cacciatori, eufemisticamente ribattezzati dal Commissario Straordinario Vincenzo Caputo come “bioregolatori”. Eppure, sarebbe più corretto definirli “necroregolatori”, visto che il loro compito primario è quello di uccidere i cinghiali in un numero che lo stesso Commissario, in un’audizione alla Camera tenutasi il 27 giugno scorso, ha affermato essere pari a 1,4 milioni, avviandoli così all’estinzione, visto che le stime di ISPRA riportano la presenza totale di circa 1,5 milioni di cinghiali a livello nazionale.
Eppure, sarebbe più corretto definirli “necroregolatori”, visto che il loro compito primario è quello di uccidere i cinghiali in un numero che lo stesso Commissario, in un’audizione alla Camera tenutasi il 27 giugno scorso, ha affermato essere pari a 1,4 milioni, comportandone così l’estinzione, visto che le stime di ISPRA riportano la presenza di circa 1,5 milioni di cinghiali a livello nazionale.
Con la conversione in Legge, il Decreto è stato ulteriormente modificato aggiungendo anche una nuova attività, in capo a un sub-commissario, che prevede lo sviluppo della filiera della carne degli animali uccisi dai cacciatori. C’è infatti l’illusione che, a fronte dello stimolo economico, i cacciatori uccideranno ancora più cinghiali. Invece, sarebbe stato sufficiente raccogliere le informazioni dalle Regioni, che già da anni hanno avviato la filiera, per rendersi conto che si tratta solo di un’ipotesi, perché sono gli stessi cacciatori ad avere tutto l’interesse a mantenere il più alto possibile il numero di cinghiali in natura, proprio per fare in modo che questo inaspettato business economico possa durare il più a lungo possibile, in barba alle teorie per la “soluzione finale” dei cinghiali elaborata dal Commissario Straordinario Vincenzo Caputo.
IL SOSTEGNO ALLE AZIENDE FAUNISTICO VENATORIE
Nel percorso di conversione in
Legge del Decreto, infine, è stata inserita un’ulteriore novità. Strizzando
ancora una volta l’occhio ai cacciatori, è stato deciso che ben 400.000€
saranno destinati come misure di sostegno alle aziende faunistico venatorie e agrituristico
venatorie per indennizzare gli ipotetici danni patiti a seguito della comparsa
della Peste Suina Africana.
Si tratta di aziende in cui, grazie alla deroga
prevista dalla Legge 221 del 2015, è possibile immettere i cinghiali per poi
cacciarli, incredibilmente ancora oggi in piena emergenza peste suina. Aziende quindi che saranno finanziate dallo
Stato nonostante possano avere in qualche misura contribuito alla diffusione
dell’epidemia, la stessa che il Decreto dovrebbe combattere
Questo intervento si conferma ancora una volta un gran servizio a favore della lobby venatoria, un fiume di denaro pubblico che i cacciatori- “necroregolatori”, si vedranno piovere addosso per soddisfare la loro passione sanguinaria.
Il 16 settembre, vigilia dell’apertura della stagione venatoria, saremo a Trento per protestare contro il più grande attacco mai sferrato contro la fauna selvatica.
Invitiamo tutti a partecipare perché orsi, lupi, cinghiali, tutti gli animali selvatici non siano più considerati i capri espiatori di politici incapaci e del nostro modello di vita, che si basa sullo sfruttamento e l’uccisione di centinaia di milioni di animali l’anno.