Unica disposizione positiva: il fondo per le spese di funzionamento e potenziamento del Centro nazionale di accoglienza degli animali sequestrati e confiscati.
A fronte dell’unica disposizione positiva che prevede l’istituzione di apposito fondo per le spese di funzionamento e potenziamento del Centro nazionale di accoglienza degli animali sequestrati e confiscati del Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dell'Arma dei carabinieri, alla quale grazie a un emendamento a prima firma di Bonelli (Alleanza Verdi e Sinistra), si è aggiunto il rifinanziamento di un milione di euro del fondo per assicurare la cura e il recupero della fauna selvatica, la Legge di bilancio 2023 è incurante degli animali, e ancor peggio dannosa.
Dannosa perché con l’emendamento presentato da Foti e da altri deputati e deputate di Fratelli d’Italia e sottoscritto ai quali si è aggiunta Gadda d’Italia Viva, viene meno qualsiasi forma di tutela della fauna selvatica permettendo la caccia nei centri urbani e nelle aree protette anche nei periodi di silenzio venatorio. Una vera e propria dichiarazione di guerra a cinghiali, orsi e lupi che non trova copertura costituzionale, anzi del tutto in contrasto con l’articolo 9 della Costituzione secondo il quale la Repubblica “Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni.” e “La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.
E se la Manovra stanzia inconcepibilmente ben 4,7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024 per finanziare di nuovo il Fondo a favore dell’ippica, rifinanziamento voluto dagli stessi deputati e deputate di Fratelli d’Italia che hanno aperto la strada alla deregulation venatoria, con un emendamento che ha visto come primo firmatario Caramiello (M5S), assegna ulteriori 2 milioni di euro favore degli allevatori, senza prevedere alcun miglioramento per il benessere degli animali, per il ristoro delle aziende bufaline colpite dalla tubercolosi e dalla brucellosi, nulla invece prevede a favore degli animali, nemmeno per quelli familiari nei confronti dei quali il Centro destra aveva preso precisi impegni con i propri elettori.
Addirittura, “grazie” all’On. Comaroli che ne aveva chiesto il ritiro e al Sottosegretario Freni che si era dichiarato concorde, è stato bocciato l’emendamento per abbassare l’IVA sulle prestazioni veterinarie attualmente tassate al 22% come se la salute di cani e gatti fosse un lusso.
Pur se segnalati, incomprensibilmente non sono stati nemmeno votati gli emendamenti per rifinanziare il fondo per la prevenzione del randagismo e per gli aiuti a favore dell’accudimento di animali che vivono con persone socialmente fragili, due interventi necessari per gestire una vera e propria piaga per tanti animali e prevenirne l’abbandono.
Anche le misure a sostegno delle adozioni dai canili e dai gattili sono state escluse dalla Manovra. Eppure, la riduzione dell’IVA sulle spese veterinarie, il contrasto al randagismo e l’incentivazione delle adozioni erano impegni elettorali condivisi in maniera trasversale da molti dei partiti rappresentati in Parlamento, lo possiamo vedere chiaramente sul sito “Anche gli animali votano”.
Questo è quanto avvenuto, ma LAV in occasione di ogni provvedimento utile, compresa la Legge di Bilancio del prossimo anno, reitererà al Governo e al Parlamento le proprie richieste per ottenere una concreta tutela degli animali.