"Il rilancio dell'Italia, con il Decreto Legge al voto da oggi in Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati deve comprendere anche azioni per evitare il ripetersi delle pandemie intervenendo sull'utilizzo degli animali selvatici, e per aiutare persone e famiglie che hanno in casa un animale a superare la crisi economica, scoraggiando abbandoni e maltrattamenti di cani e gatti con aiuti che incidano sulla spropositata tassazione come beni di lusso di cibo e prestazioni veterinarie".
In questa direzione sono 15 gli emendamenti formulati dalla LAV in attuazione delle 6 proposte formulate nel Manifesto d'intenti "Non torniamo come prima" che, se approvati, aiuterebbero concretamente milioni di animali, di persone, la salute pubblica e l'ambiente.
Su questi, l'associazione rivolge un appello ai Ministri dell'Economia Roberto Gualtieri, dell'Ambiente Sergio Costa e della Salute Roberto Speranza, così come ai relatori Marattin, Melilli e Misiti, affinché diano parere favorevole alla loro approvazione, a seguito della presentazione a Montecitorio firmata fra gli altri dai deputati Fassina (LeU), Brambilla, Biancofiore e Zanella (Forza Italia), Prestipino e Frailis (Pd), Frassinetti (FdI), Di Lauro e Corda (M5S).
"Incredibile ma vero, pur essendo il nuovo coronavirus scatenato da una zoonosi,con l'ormai famoso salto di specie, le nostre richieste sono le uniche, fra i quasi 8mila emendamenti depositati che intervengono sui cambiamenti necessari a evitare il ripetersi del Covid-19, il vero vaccino che abbiamo già a portata di mano - afferma Gianluca Felicetti, presidente LAV - invece altre proposte per centinaia di milioni di euro vanno proprio nella direzione opposta volendo foraggiare circhi con animali, zoo, allevamenti, ippodromi e maneggi, con prime firme di Racchella (Lega), Flati (M5S), Russo (Forza Italia) con spese peraltro non vincolate a nessun adeguamento o innovazione e a permettere la caccia tutto l'anno, con la scusa di non certificati danni all'agricoltura, a firma di Caretta e altri (FdI), o per far sparare ovunque alle nutrie e incentivare la lavorazione delle carni degli ungulati, come proposto da Golinelli e altri (Lega)".
Se non ci fosse stata la cattura e l'uccisione di quel pipistrello in Cina, se non ci fossero stati gli allevamenti e il commercio di animali, insomma se si fosse dato retta agli animalisti, non ci sarebbe stato Covid 19.
"Lo dicono le fonti scientifiche internazionali, non ci sarebbero state Sars, Mers, influenza aviaria e tre quarti delle epidemie e di zone rosse, dell'ultimo secolo - conclude Felicetti - quindi essere a favore della discriminazione fondata sull'appartenenza a una specie, la nostra, non è utile nemmeno a chi la professa e la pratica ogni giorno. E diversi articoli del Decreto Legge Rilancio e diversi emendamenti vanno purtroppo in questa direzione ma la prevenzione, che costa poco o nulla, che noi proponiamo con misure fattibili, la migliore cura per noi e per il Pianeta".