Siamo intervenuti come relatori nel panel dedicato alla moda sostenibile della 9° edizione del Salone della responsabilita’ sociale d’impresa, organizzato dall'Universita’ Bocconi di Milano, il cui filo conduttore erano le parole “Concretezza”, “Coerenza”, “Collaborazione”, che quest’anno ha come tema: “Rinascere Sostenibili”.
Sulla base di queste tre parole Simone Pavesi, responsabile LAV per l’Area Moda Animal Free, ha sbugiardato l’industria della pelliccia che per decenni si è fatta vanto dei propri sistemi di certificazione “di qualità”, anche contrapponendo esempi virtuosi di aziende moda che proprio in un contesto di collaborazione con gli stakeholder (come LAV) hanno agito in coerenza con i valori sociali di rispetto per gli animali e assumendo decisioni concrete verso la dismissione delle produzioni in pelliccia animale.
“In decenni di allevamento, in Italia (e nel mondo), non c’è mai stato alcun significativo miglioramento delle condizioni in cui sono costretti milioni di animali sfruttati per la loro pelliccia e stabulati in allevamenti intensivi. Nell’arco di mezzo secolo l’Industria “della pelliccia” con il suo ‘BlaBlaBla’ non ha fatto altro che dotarsi di presunte certificazioni “responsabili” per assicurare, agli occhi di istituzioni, consumatori e aziende moda, il buon trattamento degli animali ma che in realtà sono servite solo ed esclusivamente a consolidare un sistema di allevamento tra i più cruenti, non indispensabile, anacronistico e indifendibile”, afferma Simone Pavesi.
E’ giunto il momento che anche l’Italia faccia la propria parte e ponga fine agli allevamenti “di pellicce”: a partire dal 23-24 ottobre firma la petizione LAV per chiedere a Governo e Parlamento un divieto permanente di allevamento di visoni e ogni altro animale per la produzione di pellicce!