Alcuni giorni fa avevamo puntato il dito contro l'avvio della nuova edizione di “Latte nelle scuole”, campagna pubblica di "educazione alimentare", che mira a promuovere il consumo di latte e prodotti lattiero-caseari, rivolgendosi ai bambini tra i 6 e gli 11 anni che frequentano le scuole primarie.
Siamo tornati a chiedere attenzione sul tema, sostenendo un'interrogazione Parlamentare presentata il 19 febbraio scorso dalla Senatrice Monica Cirinnà e rivolta ai Ministri delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, della salute e dell'istruzione, dell'università e della ricerca in cui si chiede:
quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano intraprendere per prevedere alternative di bevande vegetali ai bambini vegani delle classi scolastiche coinvolte nel programma, e se intendano procedere ad una rettifica di quanto affermato sul sito internet "lattenellescuole"
Ciò che non dovrebbe lasciare indifferenti vegani e non, è l'impostazione discriminatoria dell'iniziativa, che non prevede un'alternativa nutrizionalmente equivalente per i bambini che non bevono latte, e in particolare, non tiene conto di quelli vegani. Nel testo dell'iniziativa, infatti, si fa esclusivamente riferimento a bambini con allergie o intolleranze. Con buona pace di chi sostiente che la Scuola pubblica debba favorire inclusività e rispetto delle differenze, sin da piccoli.
Sottolineando la gravità di un’iniziativa di questo tipo, discriminatoria e con potenziali effetti distorsivi sulle scelte alimentari dei più piccoli, ribadiamo che una sana ed equilibrata alimentazione 100% vegetale, se correttamente pianificata, è ideale a ogni età, come dimostrato da sempre più numerose evidenze scientifiche e cliniche. A dispetto delle voci che tentano ancora di diffamare la scelta alimentare vegana e delle operazioni di marketing su prodotti - latte e non solo - ormai in crisi di credibilità e sempre più spesso oggetto di inchieste che ne mettono in dubbio valore nutrizionale e benefici per la salute.