Il trasferimento odierno della tigre maschio di circa 8 anni dallo Zoo di Napoli verso il Santuario del Monte Adone - Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica - in provincia di Bologna, rappresenta un atto dovuto per il quale Enpa e Lav ringraziano il Corpo Forestale - Servizio Cites.
L’animale, confiscato dalle forze dell’ordine anni fa è infatti patrimonio indisponibile dello Stato e ad esso sono dovuti spazi idonei, cure, attenzioni e soprattutto garanzia di una vita dignitosa e ospitalità presso una struttura legale e riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente.
Chiunque oggi si mostri contrario a questo trasferimento, un atto dovuto da tempo, e alla chiusura dello zoo di Napoli, struttura non autorizzata dal Ministero dell’Ambiente e del tutto inadeguata, per usare un eufemismo, è evidentemente contro ogni legalità e ogni diritto, contro gli animali.
L’opportunità di questa nuova vita gli è stata data dal Centro del Monte Adone, riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente e che ospita già gli scimpanzè di Napoli, trasferiti, sempre dal Corpo forestale dello Stato nel 2004, in occasione dell’ennesimo fallimento della struttura campana. Gli scimpanzè, giunti al centro in terribili condizioni di salute e duramente provati dalla detenzione, deprivati per anni e fortemente problematici, sono inseriti da tempo in un gruppo sociale. Ad essi sono state garantite specifiche attenzioni grazie agli arricchimenti ambientali, diete particolari e soprattutto sono parte del progetto internazionale del Jane Goodall Institute. Godono attualmente di una vita dignitosa e sono oggetto di cure speciali e attenzioni esattamente come tutti gli altri animali ospiti del centro, anch’essi sequestrati o indesiderati e affidati al Centro dal Corpo Forestale dello Stato.
Tali strutture, concepite proprio con la finalità dell’accoglienza e del recupero psicofisico, non sono zoo, ma centro di recupero, Santuari, nei quali è possibile, per quelle creature non più liberabili in natura, godere di tranquillità, lontane dagli occhi indiscreti e morbosi dei visitatori, e di non essere più fonte di guadagno o di maltrattamento.