Leggendo il titolo "L'orso non è invitato" viene naturale chiedersi dove non sia stato invitato l’orso e soprattutto da chi, lo scopriremo lungo la lettura delle pagine di un libro che parla ed elabora il suo racconto attorno alle scelte che ognuno di noi compie ogni giorno. Scelte che facciamo come singoli individui, come cittadini di una comunità o in qualità di decisori politici, delegati da quella comunità a compiere scelte a nome della collettività.
Quello che ci racconta l’autore, è che la possibilità di scegliere è legata al benessere e alla libertà di ognuno di noi, rappresenta quindi, in certa misura, un privilegio della nostra società. Ma quello su cui vuole attirare la nostra attenzione l’autore Gabriele Bertacchini, sono invece le conseguenze delle nostre scelte. Perché se è vero che ogni scelta comporta degli effetti per colui che la opera, non dobbiamo dimenticare che questi possono ricadere anche su coloro che inconsapevolmente sono stati coinvolti, ritrovandosi a dover subire le conseguenze di scelte operate da altri.
E qui il libro entra nel vivo di una narrazione divulgativa, ma fondata su dati e fonti consolidati. Mette in fila una serie di casi concreti che testimoniano il gravissimo impatto che le scelte operate dall’uomo possono avere sugli animali e sulle piante, quindi sull’ambiente stesso che sostenta anche la vita umana.
Ci troviamo così a leggere di casi eclatanti che provano concretamente l’arroganza di noi umani nei confronti del mondo che ci circonda. L’arroganza che vive della convinzione che tutto appartenga a noi umani, che tutto sia da noi gestibile, come a dire: siamo noi i padroni del mondo!
E’ così che la nostra scelta di possedere oggetti di avorio è la causa della decimazione delle popolazioni di elefanti. E’ così che la nostra scelta di utilizzare farmaci di dubbio effetto, diventa causa di sterminio per i rinoceronti, le tigri, i pangolini, gli orsi della luna e decine di altre specie nelle viscere delle quali le medicine tradizionali hanno deciso di individuare proprietà taumaturgiche. E’ così che le nostre scelte in campo alimentare sono causa dello sterminio di balene e altri cetacei, ma anche di globicefali, tonni e squali, senza dimenticare l’allevamento intensivo e le sue devastanti ricadute sull’ambiente e sulle foreste in particolare, trasformate in immense monocolture.
L’autore vuole stimolare la nostra attenzione sull’evidenza che sono le nostre scelte quotidiane a determinare il destino non solo degli animali, ma della Terra stessa e della vita che la abita. Le scelte che facciamo quando acquistiamo il cibo e il contenitore nel quale trasportarlo, per esempio, ma anche quando decidiamo se spostarci in auto oppure a piedi, o, infine, se usare un fazzoletto di carta oppure uno di stoffa.
Siamo predoni o parte di un tutto? Sono le nostre scelte a indicare quale ruolo vogliamo rivestire noi umani sul nostro Pianeta. E’ la capacità di emozionarsi di fronte alla natura che può ri-metterci in connessione con l’ambiente in cui viviamo.
Tutti possono fare la loro parte, sostieni e RT la campagna LAV #BASTAORSIUCCISI.
Massimo Vitturi