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Pubblicato lo studio del biologo Joan Gonzalvo sui delfini nei delfinari

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Ultimo aggiornamento

lunedì 25 maggio 2015

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Gli spettacoli nei delfinari italiani non rispettano il comportamento “naturale” dei delfini e sono privi di contenuto educativo : questa, in sintesi, la conclusione dell’indagine svolta dall’esperto Joan Gonzalvo, biologo marino, consulente per UNEP  e per l’Istituto di Ricerca Tethys che per conto della LAV ha effettuato una valutazione relativa alla maggior parte  di  queste strutture nella nostra Penisola, documentata in questa video-intervista.

In Italia, esistono quattro delfinari, ma solo tre sono attualmente attivi; questi ultimi ospitano una popolazione totale di 27 delfini tursiopi in cattività. La maggior parte dei 311 cetacei tenuti in cattività nell’Unione Europea è rappresentata da delfini tursiopi (Tursiops truncatus e Tursiops truncatus ponticus). Da molti anni, l’industria dello spettacolo sostiene che l’esibizione di mammiferi marini risponde ad una finalità educativa, in quanto contribuirebbe ad accrescere la sensibilità del pubblico nei confronti della biologia, dell’evoluzione e delle esigenze di conservazione di questi carismatici animali, nonché della necessità di tutelare i nostri oceani e il nostro ambiente.

L’Italia è uno dei pochi Stati Membri dell’UE che dispone di una specifica normativa nazionale sul mantenimento in cattività dei delfini (Decreto Ministeriale  n.469 del 2001) che, tra i vari requisiti stabilisce anche misure finalizzate a garantire che gli aspetti educativi siano tenuti in attenta considerazione. Joan Gonzalvo ha analizzato l’ applicazione dei criteri di legge nello svolgimento degli spettacoli analizzati, esaminando 3 ore e 35 minuti di filmati riguardanti 9 diversi spettacoli con delfini che si sono svolti in 5 delfinari italiani ( Zoomarine, Oltremare, Fasanolandia, Gardaland, Delfinario di Rimini)  fra il 2012 ed il 2014  al fine di determinare.

Queste le principali conclusioni emerse dallo studio, qui sintetizzate dalla LAV:

  • Soltanto il 10% in media dei 9 spettacoli dei delfinari italiani esaminati ha previsto commenti sulla biologia e sul comportamento degli animali esibiti. La maggior parte delle informazioni fornite al pubblico ha riguardato esclusivamente le parti del corpo del delfino, individuato come mammifero. Nessuno degli spettacoli ha fornito al pubblico informazioni sulla reale  distribuzione dei delfini in natura o sugli aspetti chiave di conservazione.
  • In tutti gli spettacoli, accompagnati da musica ad altissimo volume, i delfini hanno eseguito  soprattutto salti e piroette, acrobazie che mirano  alla spettacolarizzazione  attraverso la presentazione di comportamenti innaturali degli animali, invece che cercare di mostrare come si comportano in natura. Le “performance” dei delfini hanno espresso soltanto comportamenti condizionati, non paragonabili a quelli dei delfini liberi.
  • Nessuno degli spettacoli ha fatto mai riferimento al tipo di alimentazione dei delfini in natura. Nei delfini tenuti in cattività, il cibo è utilizzato come ricompensa per aver svolto un esercizio in modo corretto, anche durante gli spettacoli. Viene quindi meno la ricerca
  • naturale di cibo e prede, così come l’indipendenza dell’animale.
  • Molti esercizi svolti dai delfini durante gli spettacoli, descritti come “gioco” e “divertimento”, ad es. aprire e chiudere rapidamente la bocca, agitare le pinne o dare colpi di coda sull’acqua (acrobazie ricorrenti in tutti e cinque i delfinari per lanciare schizzi d’acqua verso il pubblico e far  applaudire i delfini), sono in realtà comportamenti che, in mare, esprimerebbero aggressività. Infatti, nell’ambiente naturale tali manifestazioni sarebbero delle reazioni umorali dei delfini verso elementi di disturbo, quali  la presenza di un predatore o di qualsiasi altra cosa percepita come una minaccia.
  • In genere, gli spettacoli esaminati non hanno dato alcun insegnamento in relazione ai comportamenti naturali, all’ecologia e ai problemi di conservazione dei delfini. I delfini sono stati rappresentati in atteggiamenti   con attinenza scarsa o nulla alla vera natura degli animali in mare.   
  • Tutti gli spettacoli con i delfini sono stati perlopiù focalizzati sulla teatralità emotiva e hanno messo in evidenza il forte legame fra i delfini e i loro addestratori. 
  • Data la natura di tali “performance”, il messaggio trasmesso alla maggior parte degli spettatori è stato che i delfini sono una sorta di strumento di intrattenimento piuttosto che mammiferi sociali complessi. Di conseguenza, non c’è da sorprendersi se molte persone   durante le gite in mare  cercano di provare l’emozione di un incontro ravvicinato con i delfini, senza sapere che in realtà li stanno molestando, provocandogli stress e disagio e alterandone i comportamenti. 

Barbara Paladini

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