Home | Notizie | Italia nella top list per l'abuso di droghe, ma si continua a testare sui topi!

Italia nella top list per l'abuso di droghe, ma si continua a testare sui topi!

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

domenica 08 dicembre 2019

Condividi

Secondo l'Osservatorio Europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, in Italia il consumo è in ascesa: al primo  posto per uso di cannabis, al quarto per la cocaina e ogni 2 giorni  si verifica un  decesso  per overdose.  L'età media del primo consumo di sostanze è di 14 anni, 4 milioni gli  italiani che  fanno uso di stupefacenti (Fonte: EMCDDA 2018). Per queste persone e le loro famiglie c’è un crescente bisogno  di trattamenti terapeutici integrati, sul piano sociale e sanitario, e che si intervenga sulla prevenzione.

MA MENTRE IN MILIONI ATTENDONO RISPOSTE, IN ITALIA LA RICERCA CONTINUA A SPERIMENTARE SUGLI ANIMALI.
 

Qualche esempio?

  • Uno studio sulla cannabis – prima sostanza d’abuso per diffusione in Italia - condotto nel nostro Paese[1], prevede la somministrazione ai topi per iniezione sottocutanea nell'addome, e direttamente nel cervello, attraverso l’impianto di sonde nel cranio. Per verificare gli effetti della droga si eseguono dei classici test chiamati tail flick e hot plate. Il primo consiste nello stringere la coda degli animali con una pinza per valutare la reazione al dolore, che varia in base alla sostanza d’abuso somministrata e al grado di dipendenza. Gli animali rispondono con “grida”, e tentando di togliere la pinza con i denti. Il test dell’hot plate consiste nel posizionare gli animali su una piastra rovente, valutando il comportamento degli animali nel tentativo di sottrarsi al dolore, leccandosi le zampe e saltando.
  • Un’ altra sostanza molto studiata sui topi è l’MDMA, una droga utilizzata da decine di milioni di persone in tutta Europa, che causa la degenerazione irreversibile dei neuroni, psicosi paranoide, collasso cardiocircolatorio, emorragia cerebrale e infarto. Ogni giorno miete vittime umane e richiederebbe soluzioni per contrastarne i meccanismi di dipendenza. Invece, la ricerca continua a studiarne gli effetti (oltremodo noti) sugli animali.
  • Come se non bastasse, recenti studi stanno testando questa molecola per il trattamento del disturbo da stress post-traumatico, una patologia psichiatrica  che indica le forti sofferenze conseguenti ad un evento traumatico, catastrofico o violento. Ancora una volta il banco di prova sono i topi [2]. Come è possibile abusare di animali, e della speranza dei malati, pretendendo di aggredire una patologia così grave e legata alla complessità della mente umana, a partire da esperimenti su una specie completamente diversa?

Sono solo alcuni casi, ma più che sufficienti a rappresentare il meccanismo, illogico e lontano da ogni etica, che sottopone gli animali a inutili sofferenze e finisce col ritardare il progresso della ricerca e il raggiungimento di soluzioni e cure per le persone dipendenti da sostanze, e per i malati. 

Ma le alternative esistono e in Italia abbiamo contribuito a fare approvare una Legge che dal 1° gennaio 2020 vieterà di testare droghe, alcol e nicotina sugli animali. 
 

Il momento è decisivo ed è cruciale che il Ministro della salute Roberto Speranza non rimandi ulteriormente questa scadenza! 

Sostieni il nostro appello:

#BASTATESTANIMALI

NOTE:

  • [1] http://insubriaspace.cineca.it/bitstream/10277/820/9/PhD_Thesis_PennaFederica_completa.pdf
  • [2] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30944474