La nostra investigazione in incognito in tre delle principali fiere di animali esotici, in Italia, ha suscitato molto scalpore: le immagini di animali rinchiusi in teche, gabbiette e, in moltissimi casi, contenitori di plastica simili a quelli per i generi alimentari, esposti gli uni di fianco agli altri, come su un bancone del supermercato, stanno suscitando molto sconcerto in chi non sapeva cosa si celasse dietro il commercio degli animali esotici.
Com’era prevedibile, però, stiamo assistendo anche alla levata di scudi di chi, invece, si ostina a difendere l’indifendibile, utilizzando i canali social LAV con commenti che mirano a screditare il nostro lavoro, fino alle accuse di diffondere fake news...
Qui trovate le risposte a molte dello loro, retoriche, domande.
Nonostante la grande maggioranza degli animali esotici oggi venduti in fiere, negozi e via internet, siano nati in cattività, spesso da generazioni il commercio ha degli impatti mostruosi nei Paesi di origine di questi animali. Un esempio su tutti: rispetto ai pitoni, la ricerca di morph sempre più rari (ovvero caratteristiche morfologiche rare e particolari, morfologia dei disegni della pelle dei serpenti), comporta un numero ingente di catture in natura di animali poi “convertiti” in animali allevati; centinaia e migliaia di femmine gravide (con distruzione di habitat, uccisione di altre specie e dei maschi). I cuccioli vengono poi venduti come animali allevati in cattività.
A prescindere da ciò, animali selvatici (autoctoni o alloctoni) NON possono passare tutta la loro vita in una gabbia o in un terrario, non nel loro ambiente naturale. Questo non è accettabile!
Il fatto che alcuni siano nati in cattività non modifica la loro biologia e la loro “capacità” di infettarsi o diffondere patogeni zoonotici, aumentando anche i rischi di mutazioni e salti di specie, come confermano centinaia di articoli scientifici in peer review firmati dai più grandi studiosi internazionali.
Assolutamente no. Sarebbe impossibile e li esporrebbe ad altri pericoli e morte oltre a essere vietato per Legge, come l’abbandono. Quello che vogliamo ottenere è un divieto a nuove riproduzioni, importazioni e vendite, nonché una forte regolamentazione per gli animali già presenti nelle case degli italiani fino alla loro morte naturale. Milioni di animali, peraltro, muoiono ogni anno in case, sgabuzzini e garage e questo dato non è neppure conosciuto perché non vi è alcun obbligo o alcun tracciamento degli animali venduti e allevati. (consulta le FAQ)
Vero…. Anche un essere umano, se fosse tenuto in ambiente sterile, con cibo e acqua e senza alcun pericolo, vivrebbe 100 anni... Voi preferireste passare una vita lunga in gabbia o una vita normale (con i rischi che ne conseguono) in libertà?
Tutta la nostra inchiesta muove da centinaia di articoli scientifici autorevoli che abbiamo letto, e sui quali ci siamo confrontati con gli autori.
Abbiamo pubblicato una vasta bibliografia che facciamo fatica ad aggiornare, perché ogni settimana riceviamo nuovi articoli inerenti al tema, che sostengono, tutti, che:
Nonostante fossimo già convinti su questi punti, abbiamo voluto approfondire ed essere certi delle nostre tesi prima di uscire con la nostra inchiesta. Ogni nostra comunicazione in merito è il frutto di check da parte di esperti scientifici e legali. Se avete un corpus scientifico autorevole a sostegno delle vostre tesi, siamo pronti ad ascoltarvi.
A livello scenografico sono due contesti molto diversi, ma il senso è lo stesso: sono luoghi in cui vengono venduti animali vivi. Infatti in cinese wet market si dice "Shi huò shì chang", che letteralmente significa “mercato di merce umida”. L’umido non è dovuto all’acqua utilizzata per pulire, ma è caratteristica della merce, all’interno della contrapposizione dualista tra Yin e Yang. Yin è umido, vivo; Yang è secco, morto o oggetti.
Quindi da definizione i “Mercati Umidi” cinesi sono “mercati di merce viva”.
Nulla di diverso da quelli europei e italiani, dove vengono venduti animali di specie e provenienza diversa, detenuti a stretto contatto gli uni con gli altri. Il fatto che nei wet market cinesi questi vengano spesso macellati sul posto non cambia il rischio di diffusione di zoonosi (non per niente il Sars-Cov-2 si trasmette attraverso la saliva e le mucose e non attraverso il sangue).
Il pitone africano a contatto con il petauro dello zucchero della Papuasia (entrambi oggi venduti anche legalmente in Italia) hanno simili probabilità di diffondere nuove zoonosi rispetto al contatto tra pangolino dello Xingjang e pipistrello dello Yunnan!
Come già precisato, in cattività gli animali mantengono la stessa biologia, hanno la stessa possibilità di contrarre o diffondere zoonosi, anzi, questa possibilità/probabilità è moltiplicata dal fatto che hanno possibilità di incontrare animali che in natura non incontrerebbero mai e dal fatto che in cattività hanno le difese immunitarie indebolite da fattori ambientali e di alimentazione!
Vi invitiamo a leggere con attenzione la bibliografia.
Post e commenti critici ma fondati scientificamente saranno sicuramente analizzati e dibattuti.
Per questa inchiesta LAV ha investito molti fondi, per coinvolgere esperti scientifici, tecnici, investigatori etc. Gli obiettivi di questa campagna sono prettamente istituzionali ovvero far sì che l’Italia applichi la già approvata Legge 53/2021 che vieterà il nuovo possesso, il commercio e l’allevamento di questi animali.
LAV è una associazione No-Profit, non abbiamo profitto (tutti i fondi che riceviamo sono impiegati per gli scopi statutari dell’Associazione, per mantenere gli animali che salviamo, portare avanti le battaglie per i diritti di tutti gli animali). La raccolta fondi che facciamo è per sostenere le nostre Campagne, come questa sui “Wet Market Italiani”, che ci servono per favorire cambiamenti sociali, politici e legislativi a favore degli animali.
Un video cui alcuni, che utilizzano animali tutti i giorni in spettacoli, fanno riferimento nei commenti è stato prodotto alcuni anni fa da alcuni circensi che, comprensibilmente, sono stati toccati nel vivo dal fatto che gli animali di cui si parla sono stati sottratti loro, dalle Procure della Repubblica e dai Tribunali, perché accusati o condannati per maltrattamenti (oltre che ad animali sottratti alla vivisezione)!
Non abbiamo nulla da nascondere circa la nostra gestione degli animali a Semproniano e ovunque, tuttaltro. Gli animali sono gestiti da keeper professionisti, il cibo è cibo destinato alla vendita umana, spesso donato, che risponde agli standard igienici del settore. Gli spazi sono ampi, e provvisti di arricchimenti ambientali. Il Centro di Semproniano è inserito nella rete dei Santuari Europei EARS. Per gli animali che non hanno, purtroppo, la possibilità di tornare nei luoghi d’origine, si tratta di un Paradiso fatto di rispetto e soddisfacimento dei bisogni etologici. Ciò che è negato da chi gli animali li utilizza davvero per profitto.