Necessario un cambio totale: proprio in questi giorni di vota il Codice della Strada.
Un ennesimo incidente ieri a Roma ha coinvolto una carrozza trainata da cavalli. Nei pressi di largo Corrado Ricci, in pieno centro a pochi passi dai Fori Imperiali, una vettura si è scontrata con una botticella. Il cavallo, apparentemente ferito in modo lieve, è stato subito condotto dal vetturino nelle stalle di Testaccio, lasciando sul posto solo i danni materiali alla carrozza e all'automobile. [Ph.@TheRomanPost] .
Un evento che, ancora una volta, ci
mette di fronte a una realtà inaccettabile.
Questa vicenda sottolinea di nuovo la totale inadeguatezza dell'utilizzo di cavalli nelle strade trafficate delle nostre città. Gli animali non sono né strumenti di lavoro né attrazioni turistiche: sono esseri senzienti, forzati a sopportare condizioni di vita e lavoro innaturali, spesso rischiando la loro vita in ambienti urbani caotici e pericolosi. La visione di un cavallo ferito, che trasporta turisti sotto il sole cocente o nei pressi del traffico cittadino, rappresenta una crudeltà che non può trovare giustificazione in alcuna tradizione o interesse economico.
L'uso delle botticelle nelle città italiane è un esempio lampante di specismo istituzionalizzato, che vede gli animali sfruttati come meri mezzi di trasporto, senza alcun rispetto per la loro dignità e la loro natura. Non si può parlare di "benessere animale" in questo contesto: ogni minuto che un cavallo trascorre attaccato a una carrozza, immerso nel caos urbano, è un minuto di sofferenza. Non esiste alcuna forma di regolamentazione o compromesso che possa rendere accettabile questo sfruttamento.
È ora di dire basta, senza mezzi termini e senza compromessi. Chiediamo che il Senato, attualmente impegnato nella revisione del Codice della Strada, si prenda finalmente la responsabilità di porre fine a questa pratica arcaica e disumana: abolire le carrozze trainate da cavalli con la riconversione delle licenze e senza perdita di posti di lavoro. Quello che chiediamo non è solo un atto di giustizia verso gli animali, ma un passo necessario verso una società più giusta e civile. Non ci accontenteremo di misure palliative o di compromessi