Insieme a Marevivo ed Enpa abbiamo documentato le violazioni del Delfinario di Rimini e quindi plaudiamo all’azione del Servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato che ha annunciato l’invio di una comunicazione di reato per maltrattamenti. Chiediamo quindi l’immediato sequestro della struttura e la sua chiusura anche alla luce di esercizio abusivo delle attività al pubblico poiché non ha la dovuta autorizzazione prevista dal Ministero dell’Ambiente.
E’ patetico che la struttura tenti di difendersi dicendo che attende dal Comune l’autorizzazione a costruire una vasca aggiuntiva, visto che lo poteva fare fin dalla sua apertura quasi 45 anni fa! I delfinari non hanno alcun valore educativo e scientifico come dimostrano tutti gli studi indipendenti e ora si proceda anche nei confronti degli altri delfinari di Riccione, Fasano e Torvaianica.
Non vengono rispettate le prescrizioni del Decreto Legislativo 73 del 2005 e del Decreto Ministeriale 469 del 2001, in particolare vi è manipolazione degli animali e contatto diretto con il pubblico, i delfini sono sottoposti a comportamenti innaturali attraverso la deprivazione alimentare, mancanza di vasche di quarantena, vi sono esposizioni a rumori insopportabili causati da concerti e manifestazioni ludico-circensi, vengono pubblicizzati progetti di “pet therapy” condannati dal Ministero della Salute.
Sulle attività dei quattro delfinari italiani sono state presentate due interrogazioni al Ministro dell’Ambiente presentate alla Camera da Michela Vittoria Brambilla (Pdl) e al Senato da Loredana De Petris (Sel). Anche queste attendono una decisione urgente da parte del Ministro dell’Ambiente.