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Forti emissioni odorigene e sversamenti in allevamenti Fileni. La Procura indaga.

Chi vive vicino agli allevamenti continua, notte e giorno, a fare segnalazioni al 112 per sversamenti e cattivi odori.

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 15 febbraio 2023

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Rigettato il ricorso di Fileni contro la chiusura dello stabilimento di Monte Roberto

Ci sono nuovi aggiornamenti sul caso dell’allevamento di Monte Roberto: è notizia di questi giorni che il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso al TAR da parte di Fileni contro il decreto della Regione Marche che imponeva la cessazione dell’attività. Cessazione mai avvenuta, come documentato anche nel servizio di Report di qualche settimana fa.

Questo allevamento convenzionale ospita due milioni e mezzo di polli l’anno ed è da tempo sotto i riflettori: una sentenza del Consiglio di Stato annullava l’autorizzazione dell’attività, poiché lo stabilimento è stato realizzato in una fascia fluviale protetta. La Regione Marche aveva quindi emesso l’ordine di chiusura dell’impianto stabilendo che il gestore potesse fare un ulteriore ciclo oltre a quello in corso e che l’attività cessasse non oltre il 31 ottobre 2022. Nonostante ciò, il gestore ha continuato l’esercizio di un’attività soggetta ad AIA (autorizzazione integrata ambientale) pur in assenza di autorizzazione.

La Procura si occuperà di questa vicenda, ma, nel frattempo, continuiamo a chiedere risposte all’azienda. Le domande che abbiamo più volte rivolto a Fileni sono ad oggi ancora senza risposta.

Le nostre domande:

Che procedura di gestione mette in atto l’azienda per quei polli non idonei agli standard commerciali, ad esempio che non crescono e restano più piccoli degli altri?
Quali sono i dati sulla mortalità in azienda per le diverse tipologie di allevamento (convenzionale e biologico)?
Viste le problematiche per la salute degli animali legate all’impiego di razze a rapido accrescimento, l’azienda cosa pensa della selezione genetica dei polli broiler?
Viste le problematiche per la salute degli animali legate all’impiego di razze a rapido accrescimento, l’azienda pensa di convertirsi interamente al biologico nei prossimi anni, dismettendo in toto l’utilizzo di razze a rapido accrescimento e riducendo contestualmente il numero di animali allevati?
In quali casi e per quali motivi il pollo Rusticanello, simbolo della produzione biologica dell’azienda, non ha accesso all’aperto? Se del caso, quale percentuale del ciclo di allevamento rappresenta il periodo senza accesso all’aperto?
Quanti sono i polli allevati secondo il metodo biologico in percentuale rispetto al totale dei polli allevati dall’azienda?
Il disciplinare sull’etichettatura di Unaitalia, cui l’azienda aderisce, è di pubblica consultazione? Dove è possibile consultarlo? Tutti i prodotti dell’azienda seguono questo disciplinare?
Ci sono differenze nel numero di veterinari a disposizione tra allevamento convenzionale e biologico?

LEGGI LA LETTERA APERTA DI LAV ALL'AZIENDA


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