Chi vive vicino agli allevamenti continua, notte e giorno, a fare segnalazioni al 112 per sversamenti e cattivi odori.
Dopo l’inchiesta di “Report” su Rai3 nel gennaio 2023, le domande di LAV a Fileni rimaste inevase e la nostra richiesta all’ente certificatore Blab di revocare la certificazione B-Corp, ad intervenire su Fileni si è mossa anche l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato.
Il Codacons nei mesi scorsi aveva infatti segnalato all’Antitrust alcuni messaggi potenzialmente ingannevoli con cui Fileni presentava al pubblico la propria produzione di carne di pollo.
A seguito di tale esposto, l’Antitrust ha aperto un procedimento circa la comunicazione commerciale pubblicizzata sul sito di Fileni, che dichiarava l’integrale produzione agricola delle derrate/materie prime utilizzate per la realizzazione dei mangimi biologici e l’origine totalmente italiana delle derrate/materie prime utilizzate per l’alimentazione degli animali.
Dagli elementi acquisiti in istruttoria è emerso il carattere ingannevole di tali dichiarazioni, tanto che Fileni Alimentare è stata sanzionata da parte dell’Antitrust al pagamento di 100mila euro per pratica commerciale scorretta.
Tale sanzione dimostra la veridicità delle nostre dichiarazioni e dei nostri intenti.
Come aveva evidenziato LAV in seguito all’inchiesta di “Report” e allo studio della documentazione approfondito nei mesi, per il quale LAV ha anche coinvolto B-lab le derrate/materie prime coltivate, direttamente o indirettamente, da Fileni risulterebbero insufficienti a coprire il fabbisogno del proprio mangimificio biologico e, inoltre, le predette derrate/materie prime non sarebbero esclusivamente di origine italiana.
Posto che tali dichiarazioni sembrerebbero ingannevoli e quindi in contrasto con l’obbligo di diligenza professionale in capo a Fileni, esse indurrebbero anche in errore il consumatore riguardo a caratteristiche dei prodotti avicoli di Fileni.
Dichiarazioni ingannevoli per indurre i consumatori ad acquistare prodotti che altrimenti non acquisterebbero sono uno dei tanti aspetti che LAV contrasta. Siamo convinti, infatti, che se i consumatori conoscessero cosa avviene negli allevamenti, non si riterrebbero più tali e più facilmente approccerebbero, invece, una alimentazione vegetale. Per questo motivo l’attività di sensibilizzazione che portiamo avanti è frutto di approfondimenti, studi e verità che il comparto zootecnico non dice.
La mancanza di trasparenza è uno degli argomenti che da anni il Comitato per la Vallesina contesta al Gruppo Fileni negli allevamenti marchigiani.
Quello per la Vallesina è un comitato per la tutela dagli effetti degli allevamenti, che raccoglie i cittadini che vivono in prossimità di 5 allevamenti di polli del Gruppo Fileni: Monte Roberto, Jesi Pone Pio, Jesi Cannuccia, Ripa Bianca e Cingoli. Cittadini esasperati da odori terribili che non consentono lo svolgimento di una vita normale e preoccupati per le ripercussioni sulla loro salute e stato psicofisico.
Le numerose denunce sia di carattere penale che i ricorsi amministrativi in corso imputano una serie di irregolarità che vanno da quelle urbanistiche a quelle relative alle immissioni in atmosfera ed anche all’uso della risorsa idrica. Su tutti questi aspetti stanno indagando le forze di Polizia e la magistratura. Secondo il Comitato tutto questo è la dimostrazione di un modo di fare impresa che molto poco ha di etico e di sostenibile ma che ha come unico obiettivo la massimizzazione del profitto aziendale.
Emerge pertanto la necessità, anche a seguito di questa ultima vicenda che ha visto protagonista l’Autorità Garante, di una maggiore attenzione nei controlli di un settore, come quello dell’allevamento intensivo, che è stato lasciato per molto tempo in balia dei soli autocontrolli da parte dei gestori.
Cogliamo l’occasione per porre di nuovo le domande a Fileni auspicando risposte chiare, e chiediamo a B-lab, alla luce di tale notizia, di velocizzare la sua procedura di indagine per arrivare alla revoca della certificazione.
Testo a cura di Bianca Boldrini (LAV - Animali negli Allevamenti) e Andrea Tesei (Presidente del Comitato per la Vallesina)