Chi vive vicino agli allevamenti continua, notte e giorno, a fare segnalazioni al 112 per sversamenti e cattivi odori.
È di questi giorni la notizia che la Procura di Ancona ha aperto un nuovo fascicolo per getto di cose pericolose ex art 674 del codice penale a causa dei numerosi esposti dei residenti rivolti ad Arpam, carabinieri forestali e vigili urbani.
I residenti, infatti, esasperati perché non riescono neanche più a dormire a causa dei cattivi odori, si rivolgono costantemente alle autorità per lamentare la terribile situazione attorno agli stabilimenti Fileni nella zona di Jesi e tentare di risolverla.
Anche l’Arpam (Agenzia Regionale per la protezione ambientale delle Marche) sarebbe tornata sul posto per programmare nuovi rilievi.
La Procura starebbe indagando sulle emissioni odorigene e non soltanto, perché i residenti hanno segnalato anche altri tipi di sversamenti, in particolare per lo stabilimento di Ripa Bianca poco distante dal fiume Esino.
Sul caso è da sempre attivo il comitato per la Vallesina, che raccoglie i cittadini che vivono in prossimità di 5 allevamenti di polli del Gruppo Fileni: Monte Roberto, Jesi Pone Pio, Jesi Cannuccia, Ripa Bianca e Cingoli. Cittadini esasperati da odori terribili che non consentono, ormai da anni, lo svolgimento di una vita normale e preoccupati per le ripercussioni sulla loro salute e stato psicofisico.
Le numerose denunce, sia di carattere penale che i ricorsi amministrativi in corso, imputano una serie di irregolarità che vanno da quelle urbanistiche a quelle relative alle immissioni in atmosfera ed anche all’uso della risorsa idrica. Su tutti questi aspetti stavano già indagando le forze di Polizia e la magistratura.
Con l’apertura del nuovo fascicolo, si apre pertanto una ulteriore pagina che si aggiunge – come reso noto dalla stampa nei giorni scorsi - alla notifica da parte della Procura di Ancona di sei avvisi di garanzia per l’allevamento di Monte Roberto. Avvisi ricevuti dall’imprenditore marchigiano Giovanni Fileni e cinque funzionari pubblici per abuso edilizio e abuso d’ufficio in concorso per la realizzazione dello stabilimento.
Tutto questo è la dimostrazione di un modo di fare impresa che molto poco ha di etico e di sostenibile ma che ha come unico obiettivo la massimizzazione del profitto aziendale, avvantaggiando pochi, a discapito di territorio, persone ed animali.
Gli animali sono sempre le prime vittime di questo sistema crudele di produzione, e l’inchiesta su Fileni andatain onda nel gennaio 2023 a Report,ha mostrato le condizioni in cui sopravvivono e vengono uccisi gli animali in quegli allevamenti. Per questo motivo continueremo in ogni sede a contrastare il modello alimentare basato sullo sfruttamento degli animali ed saremo al fianco di tutti quei cittadini pronti a contrastare questo modello e a seguirne nuovi, più etici e sostenibili per tutti. La scelta di una alimentazione diversa, a base vegetale, è la sola scelta che guarda davvero al futuro.
L'unica via di uscita è riconoscere che il modello alimentare attuale è crudele e ingiusto verso animali, ambiente e persone. Ed è ingiusto sempre, non solo quando è “dietro casa”.