L'impegno comune è realizzare una sostenibilità concreta, coerente e sempre più urgente.
Accelerare e dare concretezza agli obiettivi di sviluppo sostenibile, aspetto che coinvolge anche le produzioni di cui sono oggetto o vero e proprio sfruttamento gli animali in molte forme che hanno un impatto grave anche in termini di sostenibilità (allevamenti di terra e d'acqua/pesca, trasporti di animali, produzioni moda, fino a pratiche discutibili come la caccia o i traffici di animali, alimentazione a base di prodotti animali e derivati, ecc.). Le emissioni inquinanti di gas serra continuano a crescere e le produzioni animali hanno le loro responsabilità.
Con questo obiettivo LAV da gennaio ha aderito ad ASviS e siamo grati all'Allenza per lo sviluppo sostenibile (riunisce oltre 320 sigle, con l'impegno comune a realizzare una sostenibilità concreta, coerente e sempre più urgente) per avere inserito, sulla base di nostre proposte, alcuni importanti riferimenti LAV nel Rapporto – "Coltivare ora il nostro futuro. L'Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile" (9° Rapporto Italia 2024), per l'attuazione dei 17 obiettivi dell'agenda ONU 2020-2030 che al momento risultano attuati solamente per un insufficiente 17%:
«Va poi considerata la specificità delle produzioni animali (sempre più oggetto di attenzione da parte dei consumatori e delle normative di tutela), che hanno importanti ripercussioni non solo sull'ambiente e sul cambiamento climatico, ma anche sulla salute pubblica (antimicrobico resistenza, zoonosi, malattie croniche) e sul tessuto sociale (lavoratori sfruttati e sottopagati, creazione di ghetti e isolamento sociale). Gli impatti economici di comportamenti rispettosi dei parametri di sostenibilità non sono trascurabili (si pensi al trattamento degli animali in allevamento, durante il trasporto, al momento della macellazione, ecc.) ed è per questo che le imprese del settore devono essere incoraggiate a rendicontare il proprio impegno per rispettare una roadmap fatta di obiettivi seri e verificabili »
«Le amministrazioni pubbliche possono contribuire a sostenere questo approccio adottando le city food policy, cioè attraverso una ristorazione collettiva pubblica più orientata su ingredienti vegetali, come strumento di politica climatica e ambientale cittadina.»
«Migliorare sostenibilità e trasparenza delle imprese, promuovere la sostenibilità ambientale e sociale nella Pubblica Amministrazione, coinvolgere maggiormente i consumatori nell'adozione di comportamenti virtuosi»
La realtà è che l'Italia è in ritardo nell'attuazione degli obiettivi di sostenibilità (Agenda ONU 2020-2030 oggetto del Rapporto) e il modello produttivo ed economico deve essere rivoluzionato profondamente e con estrema coerenza e determinazione. L'evidenza è che la crescita del PIL non può essere l'unico criterio per valutare lo stato di una economia e gli impatti delle produzioni animali hanno conseguenze molto serie anche sulla crisi climatica, sulla salute, oltre che sulla vita/uccisione degli animali. Occorre avere una visione del futuro, senza preconcetti: animali e biodiversità non sono risorse da sfruttare ma da tutelare.
I costi del non impegnarsi nella transizione ecologica sarebbero nettamente maggiori all'agire, dal punto di vista economico ma anche sotto molti a altri aspetti che interessano l'intera collettività.
Apprezzabili i riferimenti nel Rapporto Italia di ASviS alla necessità di avere la massima cura degli animali selvatici, della biodiversità. Riteniamo che occorrano impegni/politiche concrete e un cambio di prospettiva: animali di terra e d'acqua, biodiversità e foreste non sono risorse da sfruttare.
«la crisi della biodiversità e della natura (Goal 15) non si arresta, nonostante la sua funzione esistenziale nei sistemi di supporto alla vita sul pianeta, alle persone, alla prosperità economica. L'area forestale globale continua a diminuire (dal 31,9% del totale nel 2000 al 31,2% nel 2020), principalmente a causa dell'espansione agricola, nonostante i notevoli progressi compiuti nella gestione sostenibile delle foreste. Allarma il ritmo di estinzione delle specie, che ha raggiunto la cifra di oltre 44mila, ovvero il 28% delle quasi 160mila specie giudicate attualmente a rischio di scomparsa. La protezione delle aree chiave della biodiversità è in stallo e il traffico illecito di fauna selvatica a livello globale è in costante aumento»
«La sostenibilità delle risorse ittiche globali (Goal 14) è scesa dal 90% nel 1974 al 64,6% nel 2019 e ulteriormente al 62,3% nel 2021” - scrive ASviS - a causa della pesca eccessiva, dell'inquinamento, della cattiva gestione e di altri fattori. Se le aree marine protette sono aumentate di 10 volte dal 2000, arrivando a una copertura dell'8,3% del totale, dal 2020 in avanti non c'è stato nessun progresso»
Dal punto di vista LAV, bisogna avere il coraggio di risalire alle cause e rispettare gli animali, anche d'acqua, con politiche quantomai urgenti.
Come evidenzia anche l'Alleanza per lo sviluppo sostenibile, mancano solo sei anni alla scadenza degli Obiettivi ONU, ma appare evidente che gli sforzi fatti finora a livello globale, europeo e nazionale, non sono sufficienti a raggiungere i traguardi fissati. Per questo, il prossimo quinquennio sarà fondamentale, da un lato per accelerare l'impegno globale, dall'altro per definire la prossima agenda di sviluppo sostenibile.
In un Piano di accelerazione nazionale occorrono scelte politiche coerenti che indirizzino verso una concreta progressiva riduzione delle produzioni animali, per definizione non compatibili con uno Sviluppo Sostenibile, e da affidare alla Presidenza del Consiglio. Con la speranza che vengano costruite tutte le condizioni indispensabili, a cominciare da consapevolezza e formazione specifica.
Noi della LAV siamo consapevoli che misure blande o posticipare decisioni urgenti sarebbe catastrofico, chi pensa che la sostenibilità sia legata unicamente al clima e all'ambiente o ne nega la gravità, non ha compreso la complessità del nesso “causa-effetto” dei cambiamenti climatici, confermati dal mondo scientifico.
Come quest'anno ha dichiarato il Presidente della Repubblica Mattarella, l'attuazione dell'Agenda 2020-2030 dell'ONU “non è un esercizio burocratico per sognatori”.
Hanno partecipato alla presentazione del Rapporto: Marcella Mallen, presidente dell'ASviS;Enrico Giovannini, direttore scientifico dell'ASviS; Enrico Letta, presidente del Jacques Delors Institute; Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo; Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento europeo; Massimiliano Monnanni, Segretario generale del CNEl Giovanna Iannantuoni, Presidente della Cru; Christian Ferrari, Segretario confederale della CGIL; Lara Ponti, vice presidente della Confindustria; Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy; Conclusioni di Pierluigi Stefanini, presidente dell'ASviS.
Ha moderato Elisa Anzaldo, Rai – TG1. In sala il presidente LAV Gianluca Felicetti.