Nello Yunnan Safari Park, Zoo situato nel sud-est della Cina, c’è un panda depresso. La causa dello stato d’animo di Sijia è la separazione dalla sua “amica del cuore”, una femmina di nome Meixi, trasferita in un altro Zoo del Paese.
I due panda vivevano insieme dal 2008, per cui l’allontanamento è stato chiaramente una dura prova per Sijia. Per cercare di tirarlo un po’ su di morale, i funzionari dello Zoo hanno trasformato il recinto in una specie di “parco divertimenti”, con giochi, altalene, pupazzi e perfino uno schermo digitale attraverso il quale può osservare altri animali. Insomma, uno Zoo con il “trucco”, come l’ha definito NBC News. Ma nessuna di queste trovate può davvero simulare la vita libera, fatta di relazioni sociali spontanee e di ricerca del cibo.
Ora lo Zoo sta anche considerando la possibilità di portare nel parco un nuovo panda. Un nuovo prigioniero…
Quello che sembra sfuggire ai funzionari dello Yunnan Safari Park è che gli animali non sono nati per vivere in cattività. Costringerli alla prigionia in giardini zoologici e strutture simili significa allontanarli dal proprio habitat e dalle loro famiglie, recludendoli in spazi non adeguati. Inoltre, le logiche commerciali che prevalgono in questi posti (scambio di animali con altre strutture, uccisioni “forzate” come è accaduto di recente allo Zoo di Copenhagen con la giraffa Marius) sfuggono chiaramente agli animali, che hanno una straordinaria sensibilità e subiscono lo stress della cattività.
La depressione del povero Sijia è riconducibile alla sua vita priva di libertà, ingiustizia contro la quale ci battiamo ogni giorno.
Nessun essere senziente dovrebbe vivere in uno spazio artificiale per “divertire” gli umani. #LAVeralibertà è soltanto in natura.
Cosa puoi fare tu? Non visitare Zoo né strutture in cui gli animali siano prigionieri e unisciti alle nostre campagne per liberarli.
(Foto da Ansa)