Una persona su cinque nel mondo muore a causa dell’inquinamento atmosferico. Più della pandemia, più di tutte le altre malattie, l’inquinamento è un killer invisibile che a causa dei combustibili fossili ha ucciso, solo nel 2018, quasi 9 milioni di persone. Per troppo tempo abbiamo tollerato il degrado ambientale pensando che fosse necessario per promuovere lo sviluppo economico, ma alla resa dei conti, tutto si è tradotto nel deterioramento della Terra e della qualità delle nostre vite.
La tragica pandemia che viviamo da oltre un anno non è “un incidente di percorso” casuale, estemporaneo e imprevedibile, ma un episodio particolarmente drammatico frutto di una lunga “Guerra alla Natura”.
Siamo alle porte dei giorni pasquali e tutti sono concentrati su cosa cucinare, riempendo carrelli e frigoriferi di quintali di carne, per l’agnello al forno di Pasqua o la classica grigliata di Pasquetta. Animali trasformati in “prodotti industriali”, senza interrogarsi del prezzo vero che paghiamo dietro a queste scelte, dei costi nascosti dietro un pollo (specie che in natura non esisterebbe) venduto a meno di 2 euro.
Il vaccino è importante per uscire dall’emergenza di questa crisi, ma se le persone non capiranno il peso delle proprie scelte, non avremo più una terra da dare ai nostri figli, e la colpa sarà solo nostra.
Michela Kuan
biologa, responsabile Area Ricerca senza animali