Il divieto europeo di prodotti derivati dalla foca (Reg. CE 1007/2009), pur limitando il libero commercio, “può essere giustificato perché soddisfa l'obiettivo di rispondere alle preoccupazioni morali comuni dell'UE in materia di benessere delle foche”.
Un risultato storico che non sta bene al governo di Ottawa, che avrebbe intenzione di impugnare la decisione assunta proprio ieri dall'Organizzazione Mondiale del Commercio.
Nonostante la comprensione da parte dell’OMC del divieto che ha fatto salva la vita di milioni di foche e dei loro cuccioli, la stessa OMC ha evidenziato alcune criticità circa la limitazione del libero commercio e ha chiaramente raccomandato l'UE a portare tali misure in linea con gli impegni commerciali internazionali.
I cacciatori di foche contavano di fare cadere il bando europeo con l’intervento del WTO ma così non è stato.
Ora sarà nuovamente la Commissione Europea a dovere intervenire per correggere le incongruenze sull’applicazione del divieto, ma ormai è certo che non c’è più alcuna possibilità di riaprire il mercato ai prodotti di foca!
Per il momento, e probabilmente per almeno altri due anni, il divieto europeo resta quindi integralmente vigente!
Il contenzioso fu formalmente avviato nel 2011 dal Canada prima, e dalla Norvegia poi, per chiedere l’annullamento del divieto europeo al commercio di prodotti di foca a seguito di mancati accordi nelle consultazioni con le istituzioni europee dopo l’entrata in vigore del bando.
Per approfondimenti leggete il Rapporto completo dell’OMC (13-6374 del 25/11/2013)
Simone Pavesi, responsabile LAV Pellicce