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Progetto Ucraina: anche nel 2024 il nostro aiuto agli animali non è mancato

Nel drammatico conflitto in Ucraina, noi di LAV siamo in azione per identificare le situazioni di bisogno e aiutare gli animali in costante contatto con associazioni locali ed internazionali.

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 05 febbraio 2025

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Cibo, farmaci, sostegno economico, sterilizzazioni e non solo

Nel 2024, l'Unità di Emergenza LAV ha continuato a lavorare per gli animali ucraini attraverso un progetto multifattoriale,  pensato per rispondere alle numerose necessità che i nostri partner del Paese ci hanno rappresentato.

Con i nostri interventi miriamo a rafforzare le realtà territoriali come canili, gattili, rifugi e associazioni locali che si occupano di animali senza famiglia, randagi o abbandonati a causa del conflitto.

Vogliamo garantire cibo, farmaci e materiale per gli animali ospiti nelle strutture o a casa dei volontari, contribuire alla diminuzione dei randagi evitando nascite all’interno delle strutture di accoglienza, evacuare gli animali dalle zone del fronte, assicurando loro sicurezza e protezione.

  • Grazie ai nostri donatori, siamo stati in grado di continuare a sostenere la fondazione Save Wild, che gestisce il rifugio White Rock Shelter,  per sostenere il mantenimento di sei animali ospitati, cinque orsi e un lupo.
  • Abbiamo instaurato una collaborazione con due cliniche veterinarie , così da poter effettuare 460 sterilizzazioni di animali randagi - 350 gatti e 110 cani, in zone vicine alle linee del fronte. Questo intervento ha prevenuto la nascita di oltre 5200 cuccioli solo nel primo anno, evitando che vivessero in strada in un contesto di pericolo e privo di risorse
  • In collaborazione con  U Animals , abbiamo organizzato 6 viaggi di evacuazione per animali dalle zone di confine e allestito 3 recinti di stallo temporaneo per gli animali salvati. Così facendo abbiamo salvato 256 animali - cani, gatti, volatili, piccoli mammiferi, capre e pecore – in zone dove il conflitto è particolarmente acceso. Molti  di loro hanno potuto ricongiungersi con le loro famiglie.

IL VIAGGIO DI GUIDO: L’AIUTO A PIÙ DI 1000 ANIMALI IN SEI RIFUGI E I 8667 PASTI DONATI 
Guido Iemmi, responsabile della sede di LAV Pordenone, è intervenuto personalmente, viaggiando l’associazione umanitaria Amici dell'Oasi dei Quadris, nella consegna di cibo e farmaci, acquistati dalla nostra associazione, a strutture  che si occupano di animali in difficoltà.

Un esperienza forte. Insieme, Guido e gli altri hanno percorso 5300 km in 7 giorni e consegnato 1400 kg di cibo per cani e 1200 kg di cibo per gatti, equivalenti a 8667 pasti. Non solo cibo ma anche farmaci di uso comune nei rifugi, abbiamo provveduto a donare 576 dosi mensili di anti parassitari e 1160 dosi di sverminanti. 

Dopo essere partiti dall’Italia con due furgoni siamo arrivati al valico di Korczowa, al confine tra Polonia e Ucraina, e da lì è cominciato il nostro viaggio verso est. Prima Leopoli, poi Kiev fino a Karkiv, in prossimità della zona occupata e bombardata dove abbiamo girato diverse strutture.

Un grande aiuto ci è stato dato anche dalla signora ucraina Liliana Pengryn di Vevoda che conoscevo e che ci ha permesso di distribuire i beni facendo da garante perché in Ucraina gli operatori non possono intervenire senza un riferimento locale.Guido Iemmi  - Responsabile LAV Pordenone

Il gruppo di operatori à giunto fino a Ivano-Frankivs'k per poi fare rientro in Italia: il loro  impegno ha permesso a più di 1000 animali in 6 rifugi di beneficiare di questa operazione.

UNA GOCCIA NEL MARE? NO! 
Interventi diversi e variegati, tutti in aiuto di animali e persone che vivono un momento difficilissimo. Il nostro contributo può sembrare una goccia nel mare delle difficoltà ma, dopo oltre 45 anni di attività su tutti i fronti delle battaglie per chi non ha voce, siamo sicuri che è proprio a forza di gocce che si comincia a cambiare la situazione. Anche per gli animali in guerra. Coltiviamo la speranza di poter continuare il progetto Ucraina per portare il nostro aiuto quando ci sarà bisogno di altre cure anche in futuro, augurandoci che non sia più 'tempo di guerra'.