68 pagine di motivazioni, depositate oggi dal Tribunale di Brescia, incastonano la penale responsabilità della dirigenza di Green Hill – l’allevamento bresciano di cani beagle destinati alla sperimentazione, di proprietà della multinazionale americana Marshall - alle accuse di maltrattamento di 3000 cani e di uccisione non necessitata di 44 beagle.
Il 23 gennaio 2015, infatti, tre dei quattro imputati sono stati condannati dal Giudice Roberto Gurini a complessivi 4 anni di reclusione per i reati di maltrattamento e uccisione di animali: Renzo Graziosi, veterinario dell'allevamento e Ghislane Rondot, co-gestore di “Green Hill 2001” sono stati entrambi condannati a 1 anno e 6 mesi, Roberto Bravi, direttore dell'allevamento è stato condannato a un anno di reclusione e al risarcimento delle spese. Prevista anche la sospensione dalle attività professionale di allevamento per due anni e la confisca dei cani.
Tra gli aspetti più rilevanti della motivazione della sentenza, la LAV sottolinea che:
- più volte il Giudice Gurini definisce i testi e le prove della difesa “inattendibili”, “non convincenti”, “smentite”.
- Le cure per i beagle erano “inadeguate, siccome non tempestive, inefficaci e di breve durata”.
- Le soppressioni “appaiono davvero arbitrarie e prive di valida giustificazione”, “erano la prassi”.
- “Le prove dimostrano con assoluta certezza il non uso del preanestetico per disposizione della stessa Marshall”.
- La non apposizione dei microchip e la marchiatura con tatuaggio viene definita dal Giudice “più vetusta e dolorosa pratica” e quindi un maltrattamento.
- “L’attività di sorveglianza era oltremodo discontinua e inadeguata”.
- “Le argomentazioni e le prove del PM sono finanche sovrabbondanti”.
- Dopo il sequestro, in riferimento ai cani dati in custodia giudiziaria, il Giudice afferma che si è registrata una “netta riduzione di mortalità conseguente all’impegno congiunto di veterinari e associazioni intervenute in loco”.
- Riguardo all’Asl: il Giudice definisce “inaffidabili gli accertamenti dei veterinari pubblici e i relativi 67 sopralluoghi”.
- “Gli accertamenti svolti dal Dott. Silini (Asl) sono certamente da escludere tra le fonti degne di credibilità”.
- Riguardo alla dott.ssa Giachini (Asl) “le confidenze tra lei ed i vertici di Green Hill pongono in serio dubbio le sue dichiarazioni” e “gli esiti degli accertamenti da lei svolti sono minati (ancora una volta) da un grave difetto: i sopralluoghi erano preannunciati a Green Hill anche se in taluni casi eseguiti da organi terzi”.
COMUNICATO STAMPA