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Granchio blu: presentato il “piano straordinario” per contrastarne e contenerne la diffusione

54 milioni di euro per tutelare lo sfruttamento di un'altra specie importata, la vongola filippina.

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 22 gennaio 2025

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Invitiamo il Governo e il Commissario straordinario a rivedere il Piano

Presentato oggi al Ministero dell'Agricoltura dai ministri Lollobrigida e Pichetto Fratin il “Piano di intervento per contenere e contrastare il fenomeno della diffusione e della proliferazione della specie granchio blu”.

Sebbene il Piano si avvalga di ben 10 milioni di euro - stanziati con il Decreto-Legge Agricoltura (art. 7 comma 9), che si aggiungono ai 44 milioni di euro già investiti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Masaf) negli ultimi anni - non punta ad investire sulla ricerca di soluzioni alternative, sostenibili e rispettose della vita degli animali, ma mira esclusivamente all'eliminazione, attraverso cattura e smaltimento, del granchio blu. 

Esprimiamo preoccupazione in merito a quanto appena annunciato dal Governo Si tratta di una scelta politica che mira, ancora una volta, a garantire e difendere gli interessi economici del settore dell'allevamento e della pesca intensiva. Il piano appare come uno strumento di tutela della biodiversità degli habitat colpiti, nonostante invece il settore della pesca impatti fortemente sugli ecosistemi e sugli animali marini. Giulia Giambalvo, area animali esotici LAV

La continua attività di pesca dei polpi, predatori naturali del granchio blu, rappresenta un punto cruciale per il naturale contenimento della proliferazione della specie invasiva in questione.

Senza uno stop alla pesca dei polpi, è difficile prevedere un efficace contenimento del granchio blu.

L'introduzione di specie alloctone, e la conseguente alterazione degli ecosistemi marini, sono il risultato diretto delle attività umane. Il granchio blu è quindi vittima di un paradosso economico e di un sistema che privilegia come di consueto il profitto piuttosto che la salute degli ecosistemi. La sua presenza minaccia la redditività della pesca della vongola filippina, anch'essa specie alloctona introdotta per scopi commerciali, ed ora considerata una risorsa da privilegiare per il suo valore economico.

Questa prevaricazione dell'economia sull'ecologia ha trasformato un crostaceo in un nemico da eliminare, ben sapendo che la cosiddetta “eradicazione” sarà impossibile, senza prendere in considerazioni soluzioni che aiutino davvero a tutelare la biodiversità marina e la vita degli animali.

La tutela degli ecosistemi marini deve essere una priorità, anche per proteggere la biodiversità.

Noi di Lav invitiamo quindi il Governo e il Commissario straordinario a rivedere il Piano, introducendo soluzioni scientificamente fondate e rispettose dell'ambiente