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In Australia si annuncia una strage di gatti. La soluzione: sterilizzarli

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 22 luglio 2015

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Sta facendo il giro della rete la notizia che il governo australiano a partire dal 2020 ha stabilito l’uccisione di 2 milioni di gatti selvatici.

Una carneficina spacciata per protezione della fauna selvatica ovvero degli uccelli e dei piccoli mammiferi di cui i gatti sono accusati di essere responsabili dell’estinzione. 

Ma al peggio non c’è fine: il governo avrebbe messo a disposizione una app, FeralCatScan, utilizzabile dai cittadini per segnalare alle autorità competenti le aree dove è presente una grande densità di felini.
Una notizia sconvolgente, che crea sgomento, non solo per la scellerata e inaccettabile scelta di ricorrere a una mattanza, ma anche per la miopia con cui si affronta il tema del controllo della popolazione animale.

I gatti selvatici come ogni altra popolazione animale si riproducono in base alla capacità portante di un territorio determinata da vari fattori tra cui le risorse alimentari disponibili.

Uccidere gli animali dunque, oltre a essere inaccettabile dal punto di vista etico è anche inutile. In breve tempo le aree teatro del massacro sarebbero ripopolate da altri gatti per migrazione dalle aree vicine, gatti che nel tempo riporterebbero la popolazione alle dimensioni di quella attuale.

L’unico modo davvero efficace per tenere sotto controllo la popolazione felina è la sterilizzazione cui sarebbe davvero intelligente da parte del governo australiano destinare i fondi invece previsti per il genocidio dei gatti.

E poi non occorre dimenticare mai che la vera minaccia sopravvivenza delle specie animali non sono i predatori naturali, ma è la distruzione del loro habitat e delle loro fonti di cibo.


Ilaria Innocenti
Responsabile Settore Cani e Gatti