Emma è una gatta zoppa e senza un occhio, data in pasto a quattro pitbull e gettata in fin di vita nel giardino della donna che l’aveva accolta nella sua famiglia. E’ accaduto il giorno di Pasqua a Corcolle, in provincia di Roma.
Emma aveva otto anni, stava aspettando dei piccoli. Neppure la gravidanza e gli handicap di cui la gatta era portatrice hanno fermato gli autori del macabro animalicidio. Secondo la ricostruzione dei fatti, sarebbero stati dei vicini di casa della donna, detentori dei quattro cani, a compiere il gesto spietato.
La donna racconta che intorno alle sei del pomeriggio le urla e i rumori l’avrebbero spinta a uscire di casa. Non potrà mai dimenticare la scena che si è presentata ai suoi occhi: una persona lancia Emma per la coda nella rete dei pitbull. Miagolii strazianti, ma per Emma la signora non può fare nulla. La gatta muore sbranata dai cani, poi una seconda persona la lancia nel giardino della donna.
A far scatenare l'aggressione, secondo la versione fornita dai due uomini agli agenti di polizia che sono intervenuti sul posto, il fatto che la gatta si aggirasse nella loro proprietà. Un motivo futile che, sebbene nessun motivo possa giustificare l’uccisione di un animale, rileva la totale assenza di empatia e l’indifferenza nei confronti di esseri viventi, che proprio come noi provano piacere e dolore.
Emma e i suoi piccoli sono stati uccisi in modo atroce e spietato. Il trauma provocato alla donna che si era presa cura di lei è di quelli che lasciano segni profondi e incancellabili. E’ necessario che le responsabilità dell’accaduto siano accertate al più presto e che le autorità competenti facciano ogni sforzo per garantire l’incolumità degli altri animali detenuti dalla donna. Ricordiamo che uccidere animali è un reato punito dal Codice penale con la reclusione. Purtroppo, gli episodi di violenza nel confronti degli animali sono sempre numerosi, segno che è necessario fare di più, sia in termini di prevenzione che di repressione.
Ilaria Innocenti
Responsabile LAV Settore Cani e Gatti