Un importante elemento di prova è emerso ieri nel corso dell’udienza del processo, che si è svolta presso il Tribunale di Perugia, per la macabra uccisione di alcuni gatti a San Sisto Tra i testi dell’accusa, il Comandante dei ROS Roma ha confermato che le impronte digitali rinvenute nel garage degli orrori (nel quale i Carabinieri nel 2014 rinvennero quattro maschere in pelle costituite da teste di gatto scuoiate, un vaso di vetro contenente una testa e zampe di gatto immerso in liquido, una ghigliottina e vari strumenti di tortura) corrispondevano perfettamente a quelle dell'imputato.
Una prova che ci fa ben sperare affinché anche in questo procedimento penale, nel quale siamo parte civile, sia assicurata giustizia,dopo la conferma in Cassazione della condanna a quattro mesi di reclusione per aver ucciso, scuoiato e esposto sul cancello di una scuola un gatto, che ci ha visti protagonisti con il grande sostegno della nostra sede di Perugia.
Ci auguriamo che, al termine di un difficile iter processuale dopo l’udienza conclusiva del 22 settembre , siano confermate le responsabilità dell’imputato.
Noi vigileremo affinché sia resa giustizia agli animali vittime di tali violenze.
Ilaria Innocenti
Responsabile Area Animali familiari