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Foche: UE valuta riapertura caccia per scopi commerciali. Non lo permetteremo.

A rischio anche il divieto all'import e commercio di pellicce!

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lunedì 01 luglio 2024

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Necessario far sapere chiaramente all'Europa che le foche devono rimanere protette

Partecipa alla Consultazione Pubblica e fai sapere alla Commissione Europea che le foche dovrebbero rimanere protette (termine entro il 7 agosto 2024).


Contro la crudelissima caccia alle foche, in risposta alla forte protesta dei cittadini europei e nella quale ha avuto un ruolo chiave la campagna condotta da LAV(anche documentando direttamente dai ghiacci del Canada la mattanza in corso), nel 2009 l'UE ha adottato una legislazione innovativa che limita le importazioni di prodotti derivati ​​dalla caccia commerciale alle foche.

Dopo un decennio (il Regolamento era stato definitivamente approvato nel 2015, a seguito di un contenzioso intrapreso dal Canada presso l'Organizzazione Mondiale del Commercio), la Commissione europea sta valutando se la legislazione rimane idonea allo scopo.

A quanto pare, alcuni stati membri dell'area del Mar Baltico (Estonia, Lettonia, Svezia, Finlandia, Danimarca) lamentano un eccessivo aumento delle popolazioni di foche, con danni agli “stock” ittici e dunque con un impatto socioeconomico negativo.

Così, sebbene non sussista alcun obbligo giuridico di effettuare una valutazione sulla adeguatezza di norme vigenti da anni, la Commissione Europea ha deciso di avviare una procedura (definita di “fitness check” – vaglio di adeguatezza, in termini di efficacia, efficienza, coerenza e proporzionalità del provvedimento) che consiste in una Consultazione sia di stakeholder istituzionali (Stati membri e Paesi terzi interessati - Canada, Norvegia; Industria) sia dei cittadini europei.

20 anni fa l'Italia rivestiva un ruolo primario nel mercato internazionale di prodotti di foca, perciò è stato fondamentale il nostro impegno.

Con una specifica campagna di sensibilizzazione dei cittadini, due spedizioni in Canada (nel 2004 e 2005) e una forte pressione verso le istituzioni, LAV ha condotto l'allora governo ad introdurre un divieto nazionale all'import di pellicce di foca (Decreto 2 marzo 2006 Ministero Attività Produttive, GU n.87 del 13 aprile 2006). Il divieto è stato un precedente positivo per la successiva estensione a tutta l'Unione Europea.

La procedura di “fitness check” rischia ora di compromette questo storico traguardo di civiltà: entro la fine del 2025 la Commissione UE deciderà se proporre modifiche all'attuale Regolamento “foche”, se cancellarlo, oppure se mantenerlo.

Nel frattempo, quello che possiamo fare per difendere le foche è partecipare alla Consultazione Pubblica (termine entro il 7 agosto 2024) e far sapere alla che le foche dovrebbero rimanere protette.

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Approfondimenti

La normativa UE sulle foche raggiunge il suo obiettivo di tutelare il benessere degli animali

Lo scopo della regolamentazione europea sulle foche è prevenire danni al benessere degli animali per rispondere alle preoccupazioni dei cittadini dell'UE. Il desiderio dei cittadini europei di un migliore benessere degli animali ha continuato ad aumentare (come dimostrato dall'ultimo Eurobarometro). I cittadini restano fermamente contrari alla uccisione crudele e non necessaria delle foche, che è evidente nei metodi tipici di uccisione che prevedono armi da fuoco, reti, trappole e l'uso dell'hakapik (il bastone uncinato utilizzato per arpionare e colpire a morte le foche, adulti e cuccioli).

Le foche forniscono un importante contributo socioeconomico ed ecosistemico

Dobbiamo convivere con le foche. In quanto predatori all'apice, svolgono un ruolo cruciale nella cascata trofica aiutando a mantenere sani gli ecosistemi marini. Ad esempio, le foche fungono da controllo dei parassiti per le specie invasive che hanno un impatto negativo sulle popolazioni di pesci e sugli ecosistemi. Inoltre, apportano entrate significative all'industria del turismo attraverso la semplice e incruenta osservazione.

Il potenziale impatto delle foche sull'industria della pesca può essere affrontato con metodi non letali

L'attuale legislazione sulle “foche” non impedisce il ricorso a piani di gestione laddove necessario, ma sono disponibili metodi non letali che dovrebbero essere utilizzati per tenere le foche lontane dai bacini di acquacoltura o dalle reti e dai fondali da pesca, come i deterrenti acustici.

I metodi di gestione non letali, come il controllo della fertilità, potrebbero essere ulteriormente esplorati. È inoltre essenziale ricordare che il regolamento non è inteso a proteggere la pesca o l'acquacoltura.

Il commercio di prodotti derivati dalla foca non è sostenibile e minaccia le popolazioni fragili

Le popolazioni di foche sono aumentate in modo significativo dall'attuazione del divieto comunitario, a dimostrazione dell'impatto devastante della caccia commerciale sulla specie. La deregolamentazione del commercio dei prodotti derivati dalla foca metterebbe pericolosamente a repentaglio gli attuali sforzi di conservazione e minerebbe la protezione del benessere degli animali.

È importante considerare le molteplici minacce che le foche devono affrontare: il cambiamento climatico e la pesca eccessiva stanno avendo un forte impatto sulle foche e altri mammiferi marini, riducendo la disponibilità di prede e aumentando la concorrenza alimentare. L'inquinamento idrico e le malattie zoonotiche sono altri fattori che influenzano la vitalità di queste popolazioni. La caccia commerciale eserciterebbe un'ulteriore pressione sulla loro sopravvivenza. La reintroduzione del commercio dei prodotti derivati dalla foca non è quindi in linea con i requisiti di sostenibilità, contrariamente a quanto afferma l'industria.

La regolamentazione “foche” dell'UE non è un espressamente un “divieto” e consente sufficiente flessibilità

Il Regolamento 1007/2009 viene spesso definito divieto foche”. Tuttavia, il Regolamento UE non vieta l'importazione di tutti i prodotti derivati dalla foca, ma lo limita semplicemente ai prodotti derivati dalla caccia tradizionale, che contribuiscono al sostentamento delle comunità indigene e con la dovuta considerazione del benessere degli animali. In questo contesto, il mercato dell'UE rimane aperto alle comunità indigene che dipendono dalle foche per la loro sussistenza. È inoltre importante notare che l'importazione di prodotti derivati dalla foca per la lavorazione e la riesportazione delle merci trasformate non è vietata dal regolamento, il che consente ulteriore flessibilità.

L'UE deve fare pesare la propria leadership sul benessere degli animali in sede di Organizzazione Mondiale del Commercio

La regolamentazione “foche” dell'UE ha portato a discussioni rivoluzionarie presso l'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). Per la prima volta in assoluto, l'OMC ha ritenuto che una legislazione che limita il commercio basata sul benessere degli animali rientra nelle eccezioni consentite dalle norme dell'OMC, poiché ritenuta necessaria per proteggere le preoccupazioni etiche dei cittadini.

Partecipa alla Consultazione Pubblica e fai sapere alla Commissione Europea che le foche dovrebbero rimanere protette (termine entro il 7 agosto 2024).