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Manovra finanziaria 2024: ulteriori fondi a zootecnia, acquacoltura e pesca

Anacronistico e paradossale stanziare ancora fondi per un sistema che sfrutta milioni di animali.

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Ultimo aggiornamento

venerdì 29 dicembre 2023

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Zero finanziamenti ai rifugi permanenti di animali liberi

Con l’approvazione in prima lettura al Senato del Bilancio dello Stato, lo stanziamento di ulteriori fondi per zootecnia, acquacoltura e pesca diventerà Legge entro dopodomani. 

È stato, infatti, istituito nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole e forestali [MASAF] un Fondo per la gestione delle emergenze, finalizzato a sostenere gli investimenti delle imprese che operano nei suddetti settori con una dotazione di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025, 2026.

Inoltre, è stata autorizzata anche la spesa di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026 per le attività di competenza del medesimo Ministero e in particolare, tra gli altri, il sostegno delle associazioni ed unioni nazionali di produttori agricoli, il cosiddetto miglioramento genetico delle piante e degli animali.

INSOSTENIBILITA' ETICA ED ECONOMICA DEGLI ALLEVAMENTI

A fronte di continue allocazioni di risorse a tali comparti, affatto sostenibili e per i quali sarebbero, in primis, necessari maggiori controlli sull’utilizzo dei fondi stessi, è fondamentale riconoscere l’insostenibilità etica e anche economica dell’allevamento nel suo complesso.

Il settore, alla luce anche della sempre maggiore diffusione di malattie, zoonosi e non, oltre all’antimicrobico-resistenza che fortemente dipende proprio dall’impiego di farmaci negli allevamenti, si barcamena tra “uccisioni sistematiche e cruente”, come per esempio per rispondere all’ “emergenza” peste suina africana o all’ “emergenza” influenza aviaria, e impatti sempre più gravi su ambiente ed ecosistema.

Il tutto a scapito in primis delle centinaia di milioni di animali allevati in condizioni di sofferenza e privazione e uccisi solo per finire nella catena produttiva alimentare, ma anche di tutti noi.

INDIVIDUI MALATI FIN DALLA NASCITA

Gli animali allevati sono selezionati geneticamente per essere il più possibile sfruttati e vivere poco, ammalandosi spesso. Di loro, oltre il 90% vivono in ambienti chiusi e insalubri, non escono mai all’aperto né vedono la luce del sole, né tantomeno possono esprimere le proprie caratteristiche etologiche e creare relazioni sociali come farebbero in libertà.

Di fatto, sono individui malati fin dalla nascita.

Il sistema alimentare sta collassando sotto il peso dei suoi stessi paradossi, ma continua ad essere finanziato, e tali finanziamenti:

  • non vanno nella direzione necessaria e urgente di una completa trasformazione verso la produzione di alimenti di origine vegetale per il consumo umano
  • né tantomeno vanno a favorire la riconversione della zootecnica intensiva verso pratiche estensive, che potrebbero facilitare la riduzione del numero di animali allevati e l’applicazione di più severe regole per la tutela degli stessi, che comunque l’Italia dovrà applicare per adattarsi  ai nuovi regolamenti che nel prossimo periodo verranno approvati  a livello europeo.

FINANZIAMENTI  CHE SONO UN PARADOSSO

I continui finanziamenti e ristori al comparto zootecnico, con l’unico scopo di aumentare le produzioni del “Made in Italy”, sono un paradosso.

Anche questa Legge di bilancio non va infatti ad intervenire in alcun modo sui problemi sanitari (oltre che su quelli ambientali, etici, economici) che i ritmi di produzione comportano.

Entro 90 giorni dall’entrata in vigore della Legge, con decreto del Ministero della Salute, adottato di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, saranno indicati i criteri di ripartizione delle risorse e i requisiti e le modalità di accesso.

Continua ad avere caratteri grotteschi e paradossali il rinnovato stanziamento di fondi per gli allevamenti - anche per quei luoghi infernali di sfruttamento che abbiamo denunciato innumerevoli volte - e non invece per i rifugi permanenti di animali liberi, che sono veri e propri presidi di legalità e collaborano molto spesso anche con l’autorità giudiziaria in caso di sequestro, proprio di quegli animali sfruttati dall’industria zootecnica e che nulla ricevono dalla finanza pubblica.