E’ entrato in vigore, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il Decreto del 14 aprile scorso con il quale il Ministro della Salute Roberto Speranza ha attuato, come richiesto all’unanimità dal Parlamento nel dicembre scorso nella Legge di Bilancio 2021, “l’uso in deroga di medicinali per uso umano per animali non destinati alla produzione di alimenti ai sensi dell’articolo 10 bis del decreto legislativo 6 aprile 2006 n.193”.
Trasmettendo quindi il Decreto del Ministro della Salute al proprio medico veterinario di fiducia, stampandolo e portandolo con sè alla prossima visita, questo sarà d’aiuto per poter far decidere, come si dice “in scienza e coscienza”, la migliore terapia e con la più ampia scelta.
Si fornisce così finalmente dopo anni di nostre battaglie, la possibilità di abbattere gli attuali abnormi e ingiustificati costi dei medicinali veterinari.
porta la locandina al tuo veterinario
Confermando nell’Allegato al Decreto, tutti i sei casi tecnico-scientifici nei quali già prima del provvedimento era impossibile prescrivere per il medico veterinario un farmaco destinato all’uso umano, il testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale - ribadendo che “il medico veterinario è il professionista sanitario autorizzato dall’ordinamento nazionale a prescrivere, in via esclusiva e sotto la propria responsabilità, un medicinale per uso umano (...) anche per il trattamento di animali non destinati alla produzione di alimenti (anche tenendo conto del costo delle cure)” - all’articolo 1 comma 3 prevede che, ecco il punto centrale e giuridicamente “più forte” di quanto previsto nell’Allegato, “il medicinale per uso umano potrà essere prescritto sulla base della miglior convenienza economica dell’acquirente per il trattamento dell’animale in cura di cui l’acquirente sia proprietario o detentore, e comunque soltanto a condizione che tale medicinale contenga il medesimo principio attivo del medicinale veterinario indicato per il trattamento dell’animale in cura”. Il medico veterinario così in caso di prescrizione del farmaco umano con il medesimo principio attivo, non rischia più, come poteva succedere fino all’altro ieri, oltre 10mila euro di sanzione...
Noi abbiamo già commentato gli effetti benefici che avrà questo Decreto con tanto di esempi sull’enorme risparmio per famiglie, rifugi e Comuni. Questo Decreto è quindi - lo ribadiamo - un ulteriore passo per abbattere gli spropositati costi e le tassazioni come “beni di lusso” dei quattrozampe, a partire da quelli salvati e adottati.
A margine, quello che ci ha lasciato sorpresi, sono invece state le posizioni fra il perplesso e il “quasi contrario” delle rappresentanze della veterinaria italiana.
Secondo i veterinari ANMVI “il Decreto Speranza anziché ampliare l’accesso alle terapie per gli animali da compagnia, le riducono fortemente” ed “è un provvedimento che complicherà la vita ai Medici Veterinari” non si capisce il perchè. Addirittura “se le bozze saranno confermate l’ANMVI metterà a disposizione il proprio ufficio legale a tutela, civile e penale, della titolarità prescrittiva dei Medici Veterinari” quando il Decreto dice tuttaltro.
Secondo l’ANMVI “il decreto non porterà nemmeno risparmi apprezzabili da tutte le famiglie italiane”. Perchè tutto questo astio?
La Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari Italiani-FNOVI ha scritto che è “perfettamente consapevole dell’eccessivo costo del farmaco veterinario rispetto a quello ad uso umano, soprattutto per quanto concerne i farmaci destinati al trattamento delle patologie croniche, che necessitano di terapie dalla loro insorgenza per tutta la vita dell’animale d’affezione; farmaci che incidono pesantemente sui bilanci delle persone”. Ma ritengono “che debba essere seguito un percorso “virtuoso”, che interessi l’intera filiera del farmaco dalla sua produzione: non un semplice escamotage sulla prescrizione da parte del medico veterinario”. FNOVI, che rappresenta tutti i medici veterinari, ha scritto che “non è stata interpellata a tale proposito” quando invece sono stati ascoltati dal Ministero, come riporta, con tanto di data, la premessa del Decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Il Decreto, lo ricordiamo, è perfettamente compatibile con la normativa europea (tanto più che Bruxelles ha iniziato a far cadere muri che fino a ieri sembravano invalicabili sulle norme nazionali, riguardo alle questioni economiche) come ben espone una Nota dell’Ufficio Legale LAV. Chi si oppone (l’eurodeputata della Lega, Sardone, ha presentato un’interrogzione alla quale la Commissione Europea ha dato una risposta di prammatica) fa il verso a chi ha ritenuto incredibile che un Ministro della Salute “si occupi di animali e farmaci veterinari” (!) facendo un bel fascio di luoghi comuni. Altro che slogan ascoltati e riascoltati, come “One Health” e “vicini alla gente e ai problemi”...
Non vogliamo pensare che c’è chi pensa più ai profitti di privati che alla salute pubblica, alla tutela degli animali e alla capacità di cura degli animali bisognosi
Questo importante passo di cui beneficia tutta la società insieme ai due piccoli ma utili innalzamenti della quota detraibile delle spese veterinarie ottenuti negli ultimi due anni, e speriamo anche nel “blisteraggio” dei farmaci anche veterinari per riuscire a quantificare necessità effettive prescritte e spese, sono tasselli della nostra campagna #ipiutassati e #curiamolitutti.
Già nella prossima Legge di Bilancio - ci appelliamo a Governo e Parlamento - si potrà incidere, anche grazie alle rappresentanze dei medici veterinari, sulla sproposita IVA da “beni di lusso” al 22% sulle prestazioni veterinarie e il cibo per animali familiari, così come verso un deciso innalzamento della quota detraibile delle spese veterinarie. Questa, subito, è un’ulteriore occasione importante per tutti.
Gianluca Felicetti
Presidente LAV