Far west a Roma: tre cacciatori sparano ai cinghiali a pochi metri dalle case
Il far west venatorio è arrivato a Roma. Ieri sera in via Vincenzo Marmorale, zona Bufalotta, alcuni cittadini si sono trovati faccia a faccia con tre cacciatori che, armati di tutto punto, erano intenti a stanare alcuni cinghiali.
Incuranti del rischio a cui esponevano le persone, hanno sparato più volte a pochi metri dalle case e dalle strade.
Un atto di intollerabile violenza verso animali e cittadini, esercitato al di fuori dell’area dichiarata infetta per la Peste Suina Africana, ancor prima che abbia trovato applicazione l’emendamento “caccia selvaggia” che consente la caccia anche nelle aree protette e in città, ma che ha già contribuito a creare un clima di deregulation venatoria.
Considerato che la stagione di caccia al cinghiale è chiusa da oramai un mese, è quindi molto probabile che quanto accaduto ieri sera sia un atto di caccia illegale, motivo per cui chiediamo ai Carabinieri di indagare ed eventualmente sanzionare i responsabili.
L'emendamento “caccia selvaggia”, con il pretesto di ridurre il numero dei cinghiali, consentirà ai cacciatori di sparare a qualsiasi specie, anche a quelle super protette come orsi e lupi, per tutto l’anno e in qualsiasi territorio, anche sotto le finestre delle case, come accaduto ieri sera a Roma.
È oramai ampiamente dimostrato che sono gli stessi cacciatori ad essere i primi responsabili dell’incremento del numero di cinghiali sul territorio, la liberalizzazione introdotta dal nuovo Governo è evidentemente una prebenda offerta alla lobby venatoria ampiamente rappresentata in Parlamento nelle fila della maggioranza ma anche dell’opposizione.
La caccia uccide milioni di animali ogni anno, ma ora anche i cittadini sono a rischio. Sono numerosi i casi di cacciatori che si sparano tra loro scambiandosi per cinghiali, è evidente che aprire le città alle doppiette non potrà che incrementare il numero di vittime umane.
Invitiamo tutti i cittadini a recarsi presso i tavoli della LAV che saranno allestiti in tutte le maggiori città negli ultimi due fine settimana di marzo dai volontari dell’associazione – conclude Vitturi – dove potranno sottoscrivere la petizione che sarà consegnata ai Ministri dell’Ambiente e dell’Agricoltura, ai Presidenti delle Regioni, ai Prefetti e ai Sindaci, per chiedere l’annullamento di “caccia selvaggia” e la messa in opera di tutte le azioni non letali e non cruente di prevenzione dei danni a tutela degli animali selvatici e a garanzia della sicurezza dei cittadini.