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Alimentazione, giornata mondiale FAO: obbiettivo #famezero? Possibile solo con scelta vegan

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Ultimo aggiornamento

domenica 14 ottobre 2018

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#FameZero: questo il tema della Giornata Mondiale dell'Alimentazione - istituita dalla FAO nell’anniversario della propria fondazione (16 ottobre 1945), che si celebra domani. Un obbiettivo ambizioso che si propone di annientare la fame nel Mondo entro il 2030 per raggiungere il quale, afferma la FAO “dobbiamo adottare uno stile di vita più sostenibile”.

Per far ciò è fondamentale ripensare il modello di produzione del cibo. Oggi, infatti, il 50% dei cereali e il 90% della soia prodotti a livello globale servono a nutrire gli animali degli allevamenti, e con l’acqua che si consuma per produrre un kg di carne di manzo (15.500 litri) potrebbero essere prodotti 4,5 kg di riso, quasi 12 kg di grano, 86 kg di pomodori, 52 litri di latte di soia. La capacità di sfamare di un ettaro utilizzato per la produzione di uova, latte o carne è di 5-10 persone contro le 20-30 che mangerebbero con la stessa estensione di terreno coltivata con verdura, frutta, cereali o grassi vegetali. 

Il tema della nutrizione è anche al centro di una nuova ricerca dell’Università di Oxford, pubblicata sulla rivista Nature, che sostiene che nutrire 9,7 miliardi di persone nel 2050 sarà possibile solo cambiando il modo in cui mangiamo e il metodo in cui produciamo il cibo. Secondo i ricercatori di Oxford solo per mantenere il riscaldamento globale sotto i 2°C, il cittadino mondiale medio deve mangiare il 75% in meno di manzo, il 90% in meno di maiale e metà del numero di uova, triplicare il consumo di legumi e quadruplicare i semi oleosi (noci, ecc.). Nei Paesi occidentali, come Regno Unito e USA, il consumo di carne bovina deve diminuire del 90% ed essere sostituito da cinque volte il quantitativo di legumi attualmente consumati.

L’unica alternativa, quindi, al divorare il Pianeta distruggendoci, è una decisa svolta ‘verde’ al settore alimentare, in termini di consumo e di produzione. Per questo chiediamo che sia garantito il facile accesso a menu vegan bilanciati e vari anche fuori casa (ristorazione scolastica e pubblica), di ridurre le aliquote IVA sui “latti” vegetali, di sostenere le produzioni 100% veg, per tutelare le generazioni attuali e quelle che seguiranno e per salvare animali, ambiente e risorse.

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