Per i cittadini europei tutelare al massimo gli animali è una priorità. Istituzioni e Governo ne devono tener conto e agire subito.
La Commissione Europea con la sua presidente Von der Leyen deve tenere conto che la stragrande maggioranza degli europei chiede migliore tutela per gli animali allevati. Non possono essere ignorate e calpestate le richieste delle Iniziative dei Cittadini Europei sul divieto di gabbie, su cui la Commissione si è già impegnata pubblicamente, e sul divieto di allevamento di animali cosiddetti da pelliccia.
Anche in Italia, l’opinione dei cittadini è chiara: il Ministro della Salute Schillaci e il Sottosegretario Gemmato tengano conto dell’85% degli italiani contro la triturazione dei pulcini maschi: è urgente adeguare lo schema di decreto legislativo per mettere fine a questa pratica cruenta e inaccettabile, per cui esistono soluzioni tecnologiche che potrebbero risparmiare a quasi 40 milioni di pulcini maschi ogni anno gravissime sofferenze.
È stato pubblicato
ieri l’Eurobarometro,
lo strumento di monitoraggio delle istituzioni europee su diversi temi di
interesse per le politiche dell’Unione.
L’84% degli europei ritiene che il benessere degli animali allevati dovrebbe essere tutelato meglio nel proprio Paese rispetto a quanto avviene oggi. Una percentuale simile (83%) sostiene la limitazione del tempo di trasporto degli animali vivi. (…) Il 90% degli europei ritiene che le pratiche agricole e di allevamento debbano soddisfare i requisiti etici di base.
”In linea a questa rilevazione anche i cittadini intervistati in Italia: le percentuali mostrano come l’attenzione alle condizioni degli animali allevati sia molto alta su diversi temi di grande attualità, su cui sia il Governo italiano, sia la Commissione europea sono al lavoro e devono dare risposte concrete ai cittadini.
Dal sondaggio emerge che le condizioni di vita degli animali allevati e del loro benessere sono importanti per il 90% degli intervistati, e per l’88% gli animali allevati dovrebbero essere meglio tutelati.
Su temi specifici come l’uccisione dei pulcini maschi, si legge che l’85% delle persone che hanno partecipato al sondaggio ritengono inaccettabile tale pratica, registrando un numero più alti rispetto al resto dell’UE. Ciò mostra che il tema è particolarmente sentito nel nostro Paese
Il Governo è attualmente al lavoro per finalizzare lo schema di decreto che vieti questa pratica, un atto normativo fondamentale nella giusta direzione, ma sono ancora troppe le deroghe che consentirebbero l’uccisione di questi animali e troppo avanzato il giorno entro il quale è possibile effettuare il sessaggio (tecnica per capire se l’embrione è maschio o femmina) per poi decidere se tenere o meno l’uovo, che nello schema di decreto è fissato al 14° giorno, in quanto a quel punto l’embrione potrebbe già provare dolore. Per una legge che sia effettiva serve maggior rigore e ambizione, fissando il giorno massimo entro cui effettuare il sessaggio al 9° giorno e rimuovendo le deroghe che non hanno a che fare con condizioni di tutela del benessere degli animali o necessità sanitarie già dettagliate nella normativa europea di riferimento.
Anche sulla necessità di limitare la durata del trasporto di animali vivi la maggioranza schiacciante (84%) risponde che si trova d’accordo a ridurre i tempi di percorrenza. Proprio il dossier sul trasporto è il primo che verrà presentato dalla Commissione UE entro il 2023 come parte del pacchetto di riforme in tema di tutela degli animali allevati, e su cui l’opinione dei cittadini è chiara. Viaggi lunghi e oltremare devono essere vietati, poiché non garantiscono condizioni minime di tutela ed infliggono gravi sofferenze agli animali esposti a temperature estreme, assenza di cibo e acqua adeguati, stress e rischio di ferirsi ed ammalarsi durante il tragitto, oltre che totale assenza di tutela quando escono dai confini europei.
Anche la necessità di garantire a ciascun animale allevato, sulla base della specie, la presenza di materiali di manipolazione adeguati all’interno di stalle e recinti è considerata un elemento importante da circa il 90% degli intervistati, così come la necessità di non stabulare in gabbie singole nessun animale, fornire spazi adeguati dove gli animali si possano muovere in modo naturale e non siano costretti, e vietare le mutilazioni ancora ampiamente diffuse nelle pratiche di allevamento di tutta Europa, Italia inclusa. Tra queste, per esempio, il taglio della coda dei suini (già illegale ma ampiamente diffuso negli allevamenti che allevano suini, per esempio, per la produzione dei prodotti del Made in Italy, come il prosciutto), il taglio del becco delle galline allevate per la produzione di uova, la decornazione dei bovini, per renderli più facilmente manipolabili, tra le altre.
Le mutilazioni sono di fatto largamente effettuate come strumento di contenimento dei danni: ovvero, gli animali detenuti in spazi angusti, spogli e sovraffollati si sfogano sui propri compagni di recinto o gabbia mordendosi e ferendosi. La soluzione dell’industria, dunque, invece che garantire condizioni migliori e meno stressanti per gli animali, è quella di rimuovere potenzialmente tutte le parti del corpo che possono causare ferimenti o essere bersaglio. Tutto ciò è inaccettabile e il sondaggio appena uscito lo ribadisce ancora una volta.
L’Eurobarometro mostra in modo inequivocabile l’opinione dei cittadini italiani, ed europei, sulla necessità di adeguare le regole di tutela degli animali allevati a standard molto migliori di quelli attuali, come anche sottolineato dalla scienza, oltre che da due petizioni ufficiali (iniziative dei cittadini europei) che hanno raccolto oltre 1.4 milione di firme in ciascuna, per chiedere il divieto delle gabbie in Europa e la messa al bando degli allevamenti di animali cosiddetti da pelliccia.
Proprio alla luce di questi risultati schiaccianti, la Commissione europea si era impegnata a pubblicare entro il 2023 tutto il pacchetto di riforma legislativa su trasporto, allevamento e macellazione, incluso il divieto dell’uso di gabbie. È però notizia di questi giorni che l’impegno non sarà rispettato, poiché entro l’anno solo la proposta sul trasporto verrà pubblicata.