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Acquisito il verbale dei forestali sull'incontro fra l'escursionista e l'orso a Molveno (TN)

L’orso si è allontanato dimostrando maggiore competenza della persona nel gestire situazioni di criticità.

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martedì 11 giugno 2024

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#orsi #orso #trentinoaltoadige
Animali selvatici

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Intollerabile che ogni incontro diventi pretesto per condanna a morte degli gli orsi

Ieri in Provincia di Trento un orso si è presentato fuori dal seggio della sezione di Bozzana di Caldes. Si è diffusa la paura fra gli abitanti di un comune già scosso in passato dalla morte di Andrea Papi, nonostante l'orso si aggirasse pacifico, perché attirato lì da un cassonetto dei rifiuti. Il Sindaco Miani ha chiesto azioni concrete e veloci, anche l'uccisione dell'animale se necessaria.

Non possiamo tollerare che ogni contatto umano-orso possa diventare un pretesto che la provincia di Trento utilizza per nuove condanne a morte degli orsi. Incontrare un orso in Trentino deve oramai essere considerato un evento ordinario. Ciò che invece è ancora straordinario, è la mancanza di informazioni che determina comportamenti errati da parte delle persone che entrano accidentalmente in contatto con gli orsi.Massimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici

Il 27 aprile scorso, inoltre, a monte dell'abitato di Molveno, un escursionista è entrato in contatto con un orso che, secondo il racconto della persona, lo avrebbe “sorpreso alle spalle inseguendolo per oltre un quarto d'ora fino ad avvicinarsi a meno di due metri”. Si sono quindi ricreate le identiche condizioni che hanno portato all'uccisione dell'orso M90, colpevole di avere seguito una coppia a inizio anno.

Abbiamo ottenuto il verbale del Corpo Forestale Trentino nel quale è riportata la dinamica dell'incontro di sabato 27 aprile, così come raccontata dall'uomo coinvolto.

Ancora una volta emerge la totale impreparazione della persona che ha reagito guidata esclusivamente dall'istinto, comportandosi in maniera diametralmente opposta a quelle che sono le indicazioni da seguire in caso di un incontro ravvicinato con un orso.

Infatti, dalla lettura del rapporto si apprende che la persona presa dal panico si dava alla fuga correndo sulla strada verso valle” e “giunto l'animale a breve raggio dalla persona (1,5-2m.), quest'ultima lanciava delle pietre per allontanarlo” allontanandosi poi “indietreggiando, provando anche a spaventare il plantigrado con grida ed imbracciando un ramo”.

La letteratura scientifica è concorde nell'affermare che non si devono mai assumere comportamenti che mettano un orso in condizione di sentirsi in pericolo, potrebbe infatti rispondere in maniera aggressiva nel tentativo di allontanare da sé la minaccia. La stessa brochure messa a punto dalla Provincia di Trento mette in guardia circa i comportamenti inadeguati delle persone precisando che “Se l'orso si avvicina, camminando o correndo, restiamo fermi, parliamo con calma e diamogli modo di capire che non siamo un pericolo gli orsi reagiscono alle situazioni di pericolo” ovvero tutto il contrario del comportamento adottato dall'escursionista che è giunto persino a lanciare pietre contro l'orso, fino ad urlargli contro imbracciando un ramo.

Dalla lettura del verbale, emerge quindi che l'orso si è comportato in maniera ammirevole, avrebbe potuto reagire molto violentemente a quelle che dal suo punto di vista erano chiare minacce alla sua integrità fisica ancora una volta è dimostrato che le persone che frequentano le zone abitate dagli orsi sono del tutto impreparate, come se, per analogia, guidassero un veicolo senza avere la patente.

Quanto accaduto il 27 aprile, dimostra in tutta evidenza che la sicurezza dei cittadini può essere garantita solo grazie alla diffusione capillare della cultura della convivenza con gli orsi, un'attività che dovrebbe essere considerata una consuetudine in Trentino, dove gli orsi sono stati reintrodotti oramai un quarto di secolo fa. Uccidere otto orsi l'anno, oltre ad essere un atto crudele e violento e già per questo intollerabile, non garantisce la sicurezza di nessuno, sapersi comportare al fine di evitare incidenti con orsi incontrati sul proprio cammino è invece l'unica garanzia di sicurezza.

È quindi necessario che la provincia di Trento, dopo avere bloccato i Bear Ambassador della LAV , il progetto strutturato di informazione attiva nelle valli del Parco Adamello Brenta realizzato dai volontari dell'associazione, a vvii finalmente una serie di attività che forniscano ai cittadini gli strumenti necessari per prevenire e saper gestire nella massima sicurezza gli incontri con gli orsi.

Gli animali non devono pagare con la loro vita l'inettitudine di politici che solo ora, con 24 anni di ritardo, si sono accorti della presenza degli orsi!