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Emilia-Romagna, presentata legge per chiudere gli allevamenti per pellicce

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Ultimo aggiornamento

lunedì 16 dicembre 2013

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A pochi giorni di distanza dalla nostra mobilitazione nazionale, con cui abbiamo raccolto già oltre 40.000 firme  a sostegno del divieto agli allevamenti di animali “da pelliccia”, e mentre la legge che introdurrebbe il bando non è ancora stata messa in agenda delle commissioni parlamentari, abbiamo avviato un’altra azione per dire NO a questa forma di sfruttamento: presso l’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna, abbiamo ottenuto la presentazione di una ulteriore proposta di legge per introdurre da subito il divieto almeno a livello regionale.

La prima firmataria è la consigliera Gabriella Meo (SEL – Verdi) ma il provvedimento è condiviso e sottoscritto ad ampia maggioranza da PD, FdS, Lega Nord, IdV, M5S, Gruppo Misto.

Una forte azione di richiamo verso il Parlamento e un monito per chi intende avviare nuove strutture in Emilia Romagna.

L’allevamento di animali per la produzione di pellicce è oggi un’attività economica altamente a rischio perché senza futuro; la società italiana si è ampiamente espressa contro questa discutibile forma di sfruttamento ed è ora che il Parlamento dia subito inizio all’iter legislativo che introdurrà il divieto nazionale.

Nel mentre, è importante che anche l’Emilia Romagna approvi il divieto, essendo la regione che ospita (ancora per poco) 6 degli ultimi 18 allevamenti italiani di visoni!

 

Simone Pavesi, Responsabile LAV Campagna Pellicce
 

Andamento mercato pellicceria in Italia (Dati Aip)

  • L’avversione degli italiani alle pellicce animali si evidenzia anche dall’analisi dell’andamento dei consumi dei prodotti di pellicceria, con cifre tutte in negativo ormai da diversi anni.
  • Secondo gli ultimi dati disponibili e relativi ai consumi nel 2012, il settore della pellicceria ha subito un ulteriore crollo di vendite pari al -35% d’incassi registrati in Italia rispetto al 2011. 
  • La produzione italiana di pellicceria è diminuita dai 750 milioni di euro del 2006 ai 647milioni di euro del 2012 (-22% rispetto al 2011 in termini di volumi di vendite, se si tiene anche conto del rincaro del 32% dei prezzi delle materie prime).
  • Crollo anche dei consumi, dove il valore delle vendite è passato dai 1.634 milioni dell’ormai lontano 2006 ai 1.223 milioni del 2012 (altro -12% rispetto al 2011); tutti i canali distributivi hanno subito un calo degli incassi sulle vendite di prodotti di pellicceria: -3% gli specialisti di pellicceria, -6% i negozi abbigliamento moda, -63% la grande distribuzione.
  • Nel 2012 il settore della pellicceria ha rappresentato solamente il 2,6% dei consumi di abbigliamento in Italia, ed è diminuito del -12% contro il solo -3% dell’intero settore dell’abbigliamento, tornando indietro di almeno 5 anni.