Le associazioni ENPA, LAC, LAV, Legambiente, LIPU e WWF Italia, a fronte della drammatica situazione che vive il nostro paese a causa di incendi, siccità e caldo anomalo, hanno scritto ai Presidenti delle Regioni, al Ministro Cingolani, all’ISPRA e alle Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri chiedendo di adottare provvedimenti urgenti per la tutela della fauna selvatica.
“La scarsità di acqua, i roghi, il caldo torrido stanno duramente mettendo a repentaglio l’intera fauna selvatica, determinando situazioni ambientali assai critiche, proprio nella fase della riproduzione e di nidificazione” scrivono le associazioni. “Numerosi habitat risultano compromessi o profondamente modificati a causa degli effetti, diretti e indiretti, dei cambiamenti climatici, nonché di comportamenti irresponsabili e in taluni casi criminali, come quelli perpetrati da chi si rende autore di incendi boschivi.”
Le associazioni evidenziano come “la fauna selvatica è patrimonio dello Stato e che la Costituzione repubblicana pone, tra i suoi principi fondamentali (art. 9 Cost.) la tutela di ambiente, biodiversità, ecosistemi ed animali”. Ne consegue che è preciso dovere dello Stato, delle Regioni e delle Istituzioni applicare ogni misura necessaria a tutelare la fauna, la cui tutela ha sempre la priorità rispetto ad altre attività, in particolar modo per quelle “ludiche” come la caccia.
Pertanto, le associazioni chiedono ai destinatari della missiva di disporre la sospensione dell’attività venatoria per la stagione 2022/2023, o in subordine, revocare le aperture anticipate della caccia; di adeguare i calendari venatori indicando tempestivamente le zone interessate dagli incendi, in cui è vietata l’attività di caccia; di aggiornare la mappa delle aree percorse da fuoco rilevate nei termini di 45 giorni dalla estinzione dell’incendio; e infine di adottare provvedimenti immediati che estendano tale prescrizione anche alle aree limitrofe a quelle oggetto di incendio, dove hanno trovato e troveranno rifugio gli animali scampati al fuoco.”
In questo drammatico contesto, ci chiediamo come sia possibile autorizzare gli spari contro i selvatici, stremati, senza più habitat cancellati dalle fiamme e dalla siccità, per mero “divertimento”.