Chiunque vinca fra i principali candidati alla Presidenza della Regione Siciliana, con il voto di domenica prossima l’Isola potrà e dovrà cambiare registro contro l’emergenza randagismo e i maltrattamenti degli animali. Cancelleri, Fava, Micari e Musumeci hanno infatti firmato il Programma di impegni proposto dalla LAV.
“Sarà costituita un’unità operativa regionale con un numero verde di pronto intervento per il soccorso e la tutela degli animali con campagne di identificazione degli animali d’affezione, la sterilizzazione di cani e gatti, il controllo continuo dei canili e il sostegno alle colonie feline – dicono le sedi siciliane LAV – saranno incentivate le adozioni senza il ricorso a pericolosi aiuti in denaro, verrà modificata la legge regionale per la realizzazione di rifugi sanitari e di ricovero, con il vincolo di destinazione delle entrate delle sanzioni per la mancata microchippatura in attività di prevenzione del randagismo”.
“Su 390 Comuni, in Sicilia soltanto una trentina circa sono dotati di strutture pubbliche o in convenzione idonee a ospitare animali randagi, ciò significa che le casse degli stessi adempienti sono state gravate dall'affluenza dei randagi e dagli abbandoni avvenuti nei Comuni limitrofi inadempienti – afferma la LAV – inoltre la totale assenza di dialogo tra Asp, Comuni, Regione e associazioni animaliste ha determinato una totale mancanza di percezione del fenomeno nonché la presa in carico della piaga in fase di emergenza, spesso ricorrendo a soluzioni dispendiose per le casse dei Comuni oltre che di scarso interesse rivolto al benessere animale”.
“I principi sui quali si basa la lotta al randagismo e al maltrattamento degli animali familiari, e le normative sono rimasti disattesi e non rispettati, testimone il fatto che le strade della nostra Regione sono a oggi stracolme di animali randagi vivi e morti, che sovente costituiscono oltre che un pericolo per sé stessi anche un reale rischio per la vita dei cittadini oltre che un danno all'immagine della Sicilia – conclude la LAV - l'assenza di strutture pubbliche ha causato l'intensificarsi della piaga del randagismo facilitando il sorgere di rifugi privati sovraffollati non a norma oltre che l'accumulo di animali presso le abitazioni dei privati cittadini. La quasi totale assenza di attività da parte delle Istituzioni ha portato le Associazioni animaliste a doversi sostituire, a proprie spese e con proprie forze, facendo fronte alle criticità del fenomeno in continua crescita ancora oggi. Il mancato monitoraggio del territorio da parte sia dei Comuni che delle Asp di competenza rivolto sia agli animali di strada che agli animali di proprietà ha incrementato nascita incontrollata di randagi, abbandoni, vendita incontrollata di animali provenienti da cucciolate casalinghe su web o presso esercizi commerciali privi di ogni certificazione.”