Ogni anno, il 22 aprile si celebra l’Earth Day, la Giornata della Terra, con l’obiettivo di sottolineare la necessità di conservare le risorse naturali. La ricorrenza quest’anno cade in un momento assai difficile per Pianeta: la crisi bellica – distruttiva per antonomasia – e l’emergenza climatica si intrecciano in una continua sirena di allarme, al cui livello sonoro rischiamo di abituarci.
Periodicamente giungono a risvegliarci i Rapporti dell’IPCC - il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici dell’ONU – ad evidenziare il rischio che la Terra sta correndo e a suggerire comportamenti e azioni che i Governi devono mettere in atto per salvare il salvabile. È accaduto così anche per il recentissimo Sesto Rapporto di Valutazione del Terzo gruppo di lavoro, che esamina le fonti delle emissioni globali e si occupa di individuare i percorsi di mitigazione che possano ridurre le emissioni di gas serra.
Il documento, che segue il precedente, lanciato all'inizio di quest'anno, in cui si dettagliavano le conseguenze catastrofiche del cambiamento climatico, osserva e analizza sempre più da vicino come lo spostamento verso diete plant based - insieme alla transizione nei settori dell'energia e dei trasporti - potrà ridurre le emissioni di metano, causate anche dalla fermentazione enterica dei ruminanti, e abbia un significativo potenziale di mitigazione, tale da condurre a un sostanziale calo delle emissioni [i numeri emersi da Carissima Carne ne sono esempi chiari]. Ancora una volta un organismo internazionale sottolinea la necessità di cambiamento del sistema alimentare.
Proprio nella Giornata della Terra è fondamentale cominciare a fare appello ai governi che si si incontreranno in Egitto il prossimo novembre alla COP27 per discutere degli obiettivi del taglio delle emissioni, in linea con l'accordo di Parigi, per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C.
Ogni cittadino consapevole può e dovrebbe cambiare le sue abitudini alimentari e scegliere cibi 100% vegetali. È tuttavia necessario – senza se e senza ma - che anche la politica intraprenda azioni forti e favorisca il passaggio dalla distruttività della zootecnia al massimo consumo di proteine vegetali, salvando così la Terra e miliardi di animali.