Le ragioni per non temere la futura immissione (non immediata) di questa categoria di alimenti sono molte e più che sufficienti.
Riflettiamo. Alcuni giorni fa i Vescovi di Forlì e Cesena hanno sottoscritto la petizione di Coldiretti contro la carne ‘sintetica’, che non è affatto sintetica ma coltivata poiché nasce da vere cellule animali, ed è una delle opzioni alimentari che contribuiranno a non condurci alla catastrofe climatica.
Già dal 2015, con l’enciclica Laudato Si e con il concetto di ecologia integrale, Papa Francesco ha iniziato un percorso di sensibilizzazione sulla necessità di cambiare il rapporto con il Pianeta e con gli altri suoi abitanti, in un’ottica di almeno diminuito antropocentrismo e di tutela dell’ambiente e del futuro di tutti.
Stupisce che prelati di rango elevato non tengano conto delle raccomandazioni del Pontefice che, non più tardi del luglio 2022, nella Lettera ai partecipanti alla conferenza europea dei giovani, ha citato un importante comportamento da assumere.
È urgente ridurre il consumo non solo di carburanti fossili ma anche di tante cose superflue, e così pure, in certe aree del mondo, è opportuno consumare meno carne: anche questo può contribuire a salvare l’ambiente.
Certe aree del mondo siamo noi.
Le ragioni per non temere l’immissione sul mercato (che non sarà immediata) di questo novel food e i motivi per non farsi coinvolgere da chi lo vuol far percepire, a partire dall’aggettivo, come grottesco spauracchio frankensteiniano per mantenere privilegi e sussidi che risultano distruttivi e obsoleti, sono molte e più che convincenti:
Gli alimenti proteici vegetali, come evidenza la ricerca Carissima Carne, in cui si confronta il costo nascosto della carne rispetto a quello dei legumi, sono la soluzione più immediata per tutti ma anche la carne coltivata, più che accettabile per i suoi aspetti ambientali ed etici, sarà una delle alternative per garantire un domani al Pianeta.
Lo ricordino i vescovi. E non solo.
Paola Segurini - Area Scelta Vegan