Home | Notizie | È la carne a distruggere il Pianeta non la carne coltivata

È la carne a distruggere il Pianeta non la carne coltivata

Le ragioni per non temere la futura immissione (non immediata) di questa categoria di alimenti  sono molte e più che sufficienti.

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

venerdì 03 febbraio 2023

Topic


Area food

Condividi

Il futuro inizia a tavola

Riflettiamo. Alcuni giorni fa i Vescovi di Forlì e Cesena hanno sottoscritto la petizione di Coldiretti contro la carne ‘sintetica’, che non è affatto sintetica ma coltivata poiché nasce da vere cellule animali, ed è una delle opzioni alimentari che contribuiranno a non condurci alla catastrofe climatica.

Già dal 2015, con l’enciclica Laudato Si e con il concetto di ecologia integrale, Papa Francesco ha iniziato un percorso di sensibilizzazione sulla necessità di cambiare il rapporto con il Pianeta e con gli altri suoi abitanti, in un’ottica di almeno diminuito antropocentrismo e di tutela dell’ambiente e del futuro di tutti.

Stupisce che prelati di rango elevato non tengano conto delle raccomandazioni del Pontefice che, non più tardi del luglio 2022, nella Lettera ai partecipanti alla conferenza europea dei giovani, ha citato un importante comportamento da assumere.

È urgente ridurre il consumo non solo di carburanti fossili ma anche di tante cose superflue, e così pure, in certe aree del mondo, è opportuno consumare meno carne: anche questo può contribuire a salvare l’ambiente.Papa Francesco

Certe aree del mondo siamo noi.

Le ragioni per non temere l’immissione sul mercato (che non sarà immediata) di questo novel food e i motivi per non farsi coinvolgere da chi lo vuol far percepire, a partire dall’aggettivo, come grottesco spauracchio frankensteiniano per mantenere privilegi e sussidi che risultano distruttivi e obsoleti, sono molte e più che convincenti:

  • Il benessere degli animali: per ottenere la carne coltivata non è necessario uccidere gli animali quindi zero maltrattamenti e morte di animali
  • La sostenibilità ambientale: la carne coltivata utilizza molti meno terreni, acqua ed energia rispetto alla zootecnia e genera molti meno gas serra. Non contribuisce, inoltre, alla deforestazione.
  • La sicurezza alimentare: la carne coltivata può essere prodotta in ambienti controllati e non è quindi soggetta ai rischi della zootecnia, sia in termini di diffusione di malattie – controllate negli allevamenti anche con un massiccio uso di antibiotici – che aspetti legati all’emergenza climatica e ad eventi estremi.
  • Gli aspetti nutrizionali: la carne coltivata ha tutto il potenziale per essere simile, da questo punto di vista alla carne ‘tradizionale’.
  • Le implicazioni sociali: con la continua crescita della popolazione mondiale, si prevede un aumento della domanda di carne. La carne coltivata potrà contribuire a soddisfare questa domanda in modo sostenibile ed etico.

Gli alimenti proteici vegetali, come evidenza la  ricerca Carissima Carne, in cui si confronta il costo nascosto della carne rispetto a quello dei legumi, sono la  soluzione più immediata per tutti ma anche la carne coltivata, più che accettabile per i suoi aspetti ambientali ed etici, sarà una delle alternative per garantire un domani al Pianeta.

Lo ricordino i vescovi. E non solo. 

Paola Segurini - Area Scelta Vegan