“Non spendete soldi per salvare cani e gatti, ma destinate denaro alle nostre strutture. Noi salviamo vite umane” è l’appello che don Mazzi ha nuovamente rivolto a mezzo stampa agli italiani e, in un linguaggio forbito davvero degno di un uomo di Chiesa e di un educatore di giovani, ha specificato: “Si incazzeranno gli animalisti, ma io dico quello che penso".
Ecco, anche noi della LAV diciamo quello che pensiamo:
don Mazzi rifletta bene su quello che afferma, la sensibilità e la compassione nei confronti degli animali è in continuo aumento così come la consapevolezza che la loro sofferenza non è affatto diversa da quella umana. Piacere e dolore, soddisfazione delle necessità primarie e secondarie sono stati e necessità comuni a tutti gli esseri viventi e senzienti, nessuno escluso. L’amore per l’uomo non esclude affatto quello per gli animali e per la natura, perché l’amore e la vera compassione non sono mai fonte di separazione né di pregiudizi.
Aiutare gli animali è un gesto nobile e di grande valore sociale, quanto quello di aiutare le persone. La sofferenza non ha confini di specie e gli animali non hanno alcun peccato, quindi perché relegarli ai margini della nostra sfera morale o peggio escluderli e considerare gli umani più degni di aiuto?
Cani e gatti, ma anche animali di altre specie, sono oggetto di incuria, abbandono, maltrattamenti, violenze di ogni tipo. E sempre, o molto spesso, per mano dell’uomo. Se don Mazzi sensibilizzasse anche al rispetto degli animali, secondo la visione francescana, e quanto mai reale, di un creato popolato non solo di persone ma anche di animali e natura, invece di chiedere denaro per le proprie strutture gettando fango su volontari e associazioni animaliste che svolgono un lavoro encomiabile e di straordinaria utilità sociale, inizierebbe a porre le basi per ricevere il sostegno che cerca: molti italiani, che a milioni ospitano nelle loro case proprio cani e gatti come membri della loro famiglia, non sono più disposti a considerare gli animali esseri di serie B. Ma probabilmente una parte della Chiesa non si è ancora accorta di questa importante rivoluzione culturale e sociale…
Le parole di don Mazzi sono un’offesa alla sensibilità e alla vita di coloro che si prendono cura degli animali e gli riconoscono un ruolo di vita familiare.
Gli animali non sono solo spesso vittime di una società basata sullo sfruttamento e sulla morte, ma sono i più deboli dei deboli e non riconoscere il loro diritto alla vita e alla non sofferenza non può essere degno di una società evoluta e civile.
Don Mazzi dovrebbe sapere che la violenza sugli animali, è molto spesso l’anticamera di quella sull’uomo. Combattere la prima e aiutare gli animali, pone le basi per prevenire la seconda.
Ilaria Innocenti
Responsabile LAV Settore Cani e Gatti