E’ stata presentata ieri presso il Parlamento Europeo la Coalizione Dolphinaria-Free Europe, che raggruppa la LAV e altre organizzazioni europee.
La Coalizione, nata con l’intento di introdurre una legislazione europea che proibisca l’utilizzo di delfini nei delfinari, si avvale del supporto di scienziati di fama internazionale, e si propone di diventare il punto di informazione europeo sulla tematica dei delfini in cattività.
• introdurre un divieto europeo all’importazione di delfini catturati in natura
• introdurre uno stop al trasferimento dei delfini tra delfinari europei
• proibire l’ utilizzo di delfini a fini di spettacolo e intrattenimento
• assicurare degli standard elevati per la detenzione di quei delfini che dovranno rimanere nei delfinari per assenza di altre soluzioni
Il fine ultimo è di proibire progressivamente i delfinari, che non sono altro che circhi acquatici, luoghi dove animali intelligentissimi vengono usati dall’industria a fini commerciali.
Molti Governi europei non hanno attualmente accesso a sufficienti informazioni per valutare i danni causati dai delfinari agli aniamli, e Dolphinaria-Free Europe si propone di produrre rapporti tecnici e mettere a disposizione esperti autorevoli per colmare queste lacune, con la certezza che una volta ottenute le informazioni adeguate l’Europa procederà ad una dismissione progressiva dei delfinari.
Su 28 Stati Membri dell’Unione Europea, 13 Stati non hanno delfinari, Slovenia, Cipro e Croazia hanno delle legislazioni che proibiscono i delfinari, il Regno Unito ha introdotto degli standard talmente elevati che nessun delfinario può applicarli, la Grecia ha proibito tutti gli spettacoli con delfini, mentre l’Ungheria ha proibito l’importazione di delfini.
L’Italia ha alti standard di legge che raramente vengono applicati, prova ne è che il Delfinario di Rimini ha potuto operare per anni senza rispettarli, pur non avendo mai ottenuto l’indispensabile licenza di giardino zoologico, prevista dalla normativa vigente.
Claudia Squadroni