L’Italia vieta senza deroghe l’introduzione sul proprio territorio - a scopo commerciale e non - di cani e gatti di età inferiore alle 12 settimane e non vaccinati contro la rabbia o con il protocollo vaccinale non concluso.
Dal 28 giugno infatti entrerà in vigore il Decreto legislativo 12 maggio 2015, n. 73 emanato dal Governo che ha accolto la richiesta della LAV di non avvalersi della possibilità, conferita ai Paesi membri dalla norma europea, di introdurre in Italia cuccioli di cane e di gatto, in deroga all’obbligo di vaccinazione. Si tratta di un ulteriore e positivo passo per contrastare il fenomeno del traffico dei cuccioli, che vede il nostro Paese all’avanguardia in Europa: nessun altro Stato, infatti, ha una norma che ha introdotto uno specifico reato per punire il traffico illegale di animali d’affezione. Sull’eliminazione della possibilità di introdurre sul nostro territorio cani e gatti di età inferiore alle 12 settimane e non vaccinati contro la rabbia, la LAV aveva già ricevuto rassicurazioni da parte del Sottosegretario del Ministero della Salute, Vito De Filippo che ha quindi mantenute le sue promesse.
Oggi, il divieto è finalmente cristallizzato in una norma che, oltre a tutelare il benessere animale e la salute pubblica, considerando che la rabbia è una zoonosi ancora presente nei Paesi di provenienza dei cuccioli, consolida anche un’importante misura per individuare, contrastare e punire i commerci illegali.
Ilaria Innocenti
Responsabile LAV Settore Cani e Gatti
Foto: Alessia Cerqua