Il Consiglio europeo dei Ministri dell’Ambiente ha incluso gli allevamenti di bovini tra le attività inquinanti. Il nostro è stato l'unico Paese a votare contro.
A Bruxelles è stato trovato un accordo di compromesso sul testo della Direttiva Emissioni Industriali, un testo che per la prima volta include anche gli allevamenti.
Molti gli Stati membri che hanno appoggiato esplicitamente la proposta, tra essi la Francia, dimostrandosi finalmente in favore di una maggiore sostenibilità e di una riduzione del numero di animali allevati.
Siamo di fronte ad una vittoria parziale, ma che va certamente nella giusta direzione.
L’Italia,
rappresentata dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto
Pichetto Fratin si è tuttavia opposta al testo proposto. In pratica lo ha bocciato, assumendo una posizione
di cecità, arroccandosi sulla difesa di un sistema agroalimentare distruttivo.
Come dimostrato anche nello studio sui costi nascosti del consumo di carne commissionato da LAV.
Le considerazioni portate dal nostro Governo non sono solo inaccettabili, ma anche molto lontane da quanto evidenziato dagli obiettivi di Sviluppo Sostenibile sanciti dall’ONU e da quelli della strategia Farm to Fork .
“Queste iniziative basate su scelte ideologiche rischiano di portare aumenti dei costi di allevamento” – ha dichiarato il Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, mostrandosi contrario allo sviluppo di nuovi settori che possano invece favorire la transizione alimentare così come allo sviluppo di nuovo e maggiore impiego nel lavoro agricolo per le produzioni vegetali
La posizione assunta dall’Italia è quindi, oltre che solitaria nel continente anche fuori dal tempo.
Chiediamo al Ministro Pichetto Fratin di riconsiderare la posizione del nostro Paese, in virtù della necessità di farsi traino di un’urgente e vera sostenibilità alimentare anche nell’ottica di un efficace contrasto ai cambiamenti climatici. Come LAV sosterremo ancora maggiori miglioramenti nei prossimi esami della proposta di normativa.