Sono ben 137 le mangiatoie autorizzate proprio nelle aree frequentate dagli orsi.
LAV ha diffidato la Provincia Autonoma di Trento e i Comuni trentini – in primis Cles e gli altri che hanno intentato una singolare causa di risarcimento contro LAV- per mettere un freno immediato alla pericolosissima abitudine dei cacciatori trentini di posizionare mangiatoie per il foraggiamento degli ungulati in modo da aumentare il numero e concentrare gli animali a cui sparare durante la stagione venatoria. Attività estremamente pericolosa perché, come testimoniato dai video pubblicati, le mangiatoie attirano tutti gli animali, compresi gli orsi.
La richiesta avanzata da LAV - e in cui sono in copia sia la Procura della Repubblica che i Carabinieri - è l’immediata rimozione di tutti i siti di foraggiamento artificiale, pratica per altro vietata ai sensi dell’articolo 7 comma 2 della Legge 28 dicembre 2015 n. 22, per evitare che ulteriori danni alle attività umane dovuti al sadico divertimento della caccia siano ripagati con l'uccisione di animali innocenti e soprattutto che la drammatica scomparsa di un ragazzo non ci abbia fatto imparare nulla e possa ripetersi senza che i veri responsabili, non mamma orsa, siano giustamente puniti.
Numerosi Comuni della Provincia di Trento capitanati dal Comune di Cles avevano infatti richiesto un risarcimento danni a LAV per un presunto stato di rischio per la popolazione trentina a seguito della sospensione dell’uccisione dell’orsa Jj4 grazie ai ricorsi al TAR per la sospensione di Ordinanze e Decreti del Presidente Maurizio Fugatti. Risarcimento danni quantificato, per uno solo di questi, in circa a oggi 3 milioni di euro (!) perché la richiesta è per 100 mila euro al giorno dalla decisione dei Tribunale Amministrativo regionale.
La pericolosissima pratica del posizionamento delle mangiatoie per il foraggiamento degli ungulati, oltre a comportare l’esplosione della popolazione dei cinghiali, squilibri ecosistemici e la diffusione di malattie tra gli animali che potrebbero avere ripercussioni sulla sanità pubblica, ha causato l’avvicinamento e l’abituazione degli orsi alle aree antropizzate, come mostrano questi video girati anni prima della tragica vicenda di Papi. In questo modo individui timorosi, schivi ed elusivi si assuefanno al cibo, all’odore o addirittura alla presenza dell’uomo diventando confidenti e potenzialmente pericolosi, insomma vengono trasformati in “orsi problematici”.
Anche questa volta forniamo soluzioni e cerca di dare indicazioni per evitare nuove tragedie.
Le Istituzioni preposte al controllo del territorio e della sicurezza dei cittadini e responsabili della fauna selvatica, come la Provincia Autonoma di Trento e i Comuni, facciano concretamente prevenzione e questa è l’opportunità per prevenire nuovi incidenti con azioni non cruente, votate alla prevenzione di incidenti e alla convivenza pacifica e rispettosa di cittadini e animali.