Sollecita la Commissione Ue a presentare la revisione della legislazione sul benessere degli animali entro il 2026.
Mantenere lo status quo dell'agricoltura e allevamento industriale non è più un'opzione, concordano all'unanimità i partecipanti al Dialogo Strategico sul Futuro dell'Agricoltura dell'UE, riconoscendo la centralità della tutela degli animali allevati a scopo alimentare.
Il “Dialogo Strategico” è una iniziativa lanciata dalla Commissione europea a gennaio 2024 e ha riunito associazioni di agricoltori, organizzazioni che rappresentano gli interessi dei consumatori, accademici, rivenditori e ONG.
Le sue conclusioni sono destinate a informare la Commissione sulla visione dei partecipanti in tema di agricoltura e alimentazione, su cui la stessa Commissione ha promesso di presentare la propria visione nei primi 100 giorni del nuovo mandato.
Mentre il processo di 8 mesi del dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura dell'UE giunge alla sua conclusione, è incoraggiante vedere il consenso delle parti interessate sull' urgente necessità di una revisione della legislazione europea sull'animal welfare entro il 2026 e sull'eliminazione graduale dei sistemi in gabbia. Ciò è in linea con quanto evidenziato ormai chiaramente dalla scienza sulle gravi ripercussioni che l'allevamento industriale ha sulle condizioni psicofisiche degli animali allevati, sullo spreco di risorse del pianeta e sull'insostenibilità dei sistemi agroalimentari.
Ci uniamo ad Eurogroup for Animals, il network europeo di cui facciamo parte che ha direttamente partecipato allo Strategic Dialogue, nell'accoglierne positivamente il report finale.
Il report riconosce infatti che una transizione verso sistemi agroalimentari sostenibili deve dare priorità a elevati standard di tutela degli animali allevati, i quali dovrebbero essere sostenuti da denaro pubblico, non da ultimo attraverso una riforma della politica agricola comune (PAC) e da un nuovo fondo che sostenga la transizione, il Just Transition Fund. Tali nuovi strumenti finanziari dovrebbero sostenere gli operatori del settore nel passaggio a standard di tutela degli animali migliori, tra cui spicca il divieto di utilizzo delle gabbie come sistema di allevamento. Aggiungiamo anche che tali risorse dovranno essere impiegate per la riconversione da produzioni animali a vegetali per il consumo umano.
È quindi fondamentale che la normativa aggiornata sulla tutela degli animali allevati in Europa, che doveva già essere presentata entro il 2023, venga pubblicata senza ulteriori ritardi.
Nel report ci sono anche espliciti riferimenti alla necessità di prevedere politiche dal lato della domanda che garantiscano pieno accesso a un cibo maggiormente sostenibile, riequilibrando l'assunzione di proteine animali e vegetali a favore di queste ultime. Le riduzioni dell'IVA, un piano d'azione per sostenere lo sviluppo del settore alimentare a base vegetale e politiche ad hoc per le mense pubbliche catalizzerebbero un cambiamento nei modelli alimentari, necessario e urgente per ridurre l'eccessiva dipendenza dai prodotti animali che continua a minacciare la stabilità stessa del sistema alimentare.
Un'altra misura che può favorire la transizione verso consumi meno impattanti è l'etichettatura, raccomandata nel report proprio come strumento di trasparenza verso i consumatori e da articolarsi su diversi livelli.
Il report tocca anche il tema del commercio e dell'innovazione tecnologica: sul primo richiede esplicitamente l'adozione di “requisiti di importazione nella legislazione UE coerenti con le norme dell'Organizzazione mondiale del commercio, anche rispetto agli standard di allevamento e tutela degli animali allevati, tema centrale della transizione, spesso strumentalizzato da chi la contrasta. Sul secondo punto, compare una raccomandazione verso percorsi normativi più rapidi per prodotti e processi innovativi incentrati sulla sostenibilità: ciò dovrebbe consentire un'approvazione senza ostacoli di proteine alternative innovative, un pezzo importante del puzzle.
Riconosciamo alla Presidente Von der Leyen l'importanza di questa iniziativa volta a superare la polarizzazione su questo argomento e apprezziamo la centralità delle condizioni degli animali all'interno di queste raccomandazioni di policy. Dobbiamo tuttavia sottolineare che le parole non bastano e, dopo molti ritardi già accumulati, queste raccomandazioni devono essere tradotte in azioni con tempistiche concrete e urgenti. Questo è anche un dovere democratico nei confronti dei milioni di cittadini che hanno costantemente chiesto migliori leggi UE sulla tutela degli animali allevati e stanno ancora aspettando di vedere azioni in questo senso.