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Delfinario Rimini, Ministero Ambiente: otarie non possono restare

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Ultimo aggiornamento

giovedì 31 luglio 2014

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Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha diffidato la società LEO 3000 S.p.A. a recuperare immediatamente le otarie date in prestito al Delfinario di Rimini, una struttura su cui pesa un decreto di chiusura del Ministero stesso.

Lo ha annunciato il Ministro Gianluca Galletti questa mattina, in risposta all’interpellanza urgente del deputato del Gruppo Misto Alessio Tacconi che ha chiesto un intervento urgente al Ministro dell’Ambiente per far rispettare il Decreto di chiusura della struttura zoologica perché non rispetta i minimi parametri previsti dalla direttiva europea 1999/22 e dal relativo Decreto Legislativo 73-2005.

Il Ministro ha aggiunto anche che il rientro delle otarie è vincolante al rilascio della licenza di giardino zoologico, ai sensi dell’Art. 4 Comma 2 del Decreto legislativo 73/2005, richiesta dalla società LEO 3000 S.p.A. proprietaria e gestore dello Zoosafari di Fasano, perché il prestito e l’impiego in attività di spettacolo non è compatibile con le attività di giardino zoologico.

Il Ministero dell’Ambiente si è finalmente espresso a difesa di una legge dello Stato. Ora il sindaco di Rimini, Gnassi, è rimasto l’unico a non rendersi ancora conto che sul suo territorio c’era uno spettacolo illegale prima, il delfinario, e uno spettacolo di otarie, illegittimo, ancora oggi.

È quello che per quasi dieci anni (dal 2005) ha fatto e sta continuando a fare il delfinario di Rimini. Dopo che il Ministero dell’Ambiente, riconoscendo la mancanza dei necessari requisiti d’idoneità e gravissime carenze strutturali, ha infatti negato alla struttura la Licenza di Giardino Zoologico e avviato le procedure di chiusura, la proprietà del delfinario si è rivolta al Sindaco Gnassi e ha chiesto di poter riaprire i battenti come spettacolo “viaggiante” per fare nuovamente esibizioni, chiaramente circensi e prive di valore educativo, questa volta per loro stessa ammissione,  con tre otarie.

Barbara Paladini