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DATAROOM di Milena Gabbanelli: indagine sul costo esagerato del farmaco veterinario

Abbiamo dato un importante contributo all'inchiesta su un tema rilevante su cui lottiamo da anni.

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Ultimo aggiornamento

venerdì 31 gennaio 2025

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'Una retromarcia ha colpito le fasce meno abbienti'

Le indagini effettuate da Milena Gabbanelli per il suo DATAROOM sul Corriere Della Sera sono sempre autorevoli e diffusi spunti di riflessione, oltre che strumenti di approfondimento su temi caldi e controversi.

La più recente, pubblicata il 29 gennaio, scritta in collaborazione con Francesco Tortora, ha analizzato la questione dell'eccessivo e ingiustificato prezzo dei medicinali veterinari che, pure con lo stesso principio attivo, possono costare anche molte volte in più di quelli umani.

Un tema, quello dell'accessibilità alle cure per cani e gatti, di cui noi di LAV ci occupiamo da anni e abbiamo partecipato all'inchiesta portando la nostra esperienza. Ilaria Innocenti, del nostro Ufficio Rapporti Istituzionali, ha fornito approfondimenti e cifre, frutto di accurate analisi effettuate nel tempo, allo staff di DATAROOM.

In Italia, il numero di animali familiari è in crescita e la loro presenza , soprattutto per gli anziani, offre compagnia e benefici per la salute, con un risparmio stimato di 4 miliardi di euro per il sistema sanitario nazionale, spiega Gabbanelli.

Ma la cura della salute degli animali può gravare molto sulle famiglie, perché i farmaci veterinari costano molto di più dei corrispondenti per umani e a causa della pressione esercitata dalle lobby farmaceutiche veterinarie su Bruxelles, una direttiva (2001) e un regolamento (2019), permettono ai medici di prescrivere il farmaco umano per un animale solo se non esiste il medicinale veterinario specifico per la patologia in questione.

Nell'aprile 2021, dopo la lunga campagna della Lega anti Vivisezione (Lav) #Curiamolitutti, il Ministero della Salute ha emanato un decreto legislativo firmato dall'allora ministro della Salute Roberto Speranza che consente al medico veterinario di prescrivere, a determinate condizioni, farmaci umani a cani e gatti nel caso in cui ci sia il medesimo principio attivo e il medicinale abbia un costo inferiore rispetto a quello per gli animali.

AISA e le aziende farmaceutiche veterinarie hanno contestato legalmente la riforma che permetteva ai veterinari di usare farmaci umani per gli animali, sostenendo rischi per la salute animale. Il ricorso è stato respinto, ma il governo Meloni ha successivamente approvato un nuovo decreto che ha di fatto annullato il precedente di Speranza.

Secondo Ilaria Innocenti dell'Ufficio rapporti istituzionali di Lav, si tratta di «una retromarcia che non solo colpisce le fasce meno abbienti della popolazione che rinunciano a curare i loro animali, in particolare se affetti da patologie croniche o costose, ma è anche una mossa pericolosa per gli stessi esseri umani perché aumenta i rischi di zoonosi», malattie causate da agenti trasmessi per via diretta o indiretta dagli animali.

In base al rapporto Eurispes del 2023 il 28,5% delle persone, soprattutto anziane, rinuncia alle cure per gli animali e il 26,3% salta le visite veterinarie. Il numero con tutta probabilità è in aumento con l'adozione del nuovo decreto.

LEGGI L'INDAGINE DI DATAROOM