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Appello LAV a Ministro Costa ed Ente Parco Circeo: fermate la strage di daini!

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Ultimo aggiornamento

martedì 14 gennaio 2020

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“Il Parco Nazionale del Circeo sospenda subito la parte del suo piano che prevede l’uccisione di centinaia di daini e convochi tutti coloro che possono proporre soluzioni alternative al massacro di animali selvatici colpevoli solo di essere stati trasferiti a forza negli anni ‘50 in quelle zone per essere riprodotti nell’interesse dei cacciatori!”

Con queste parole abbiamo chiesto al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, al direttore del Parco, Paolo Cassola e al Presidente dell’Ente, Antonio Ricciardi, di bloccare i fucili e la vendita delle carni, per lasciare spazio In un tavolo di confronto a soluzioni alternative incruente che rispettino la vita dei daini, trasformando così una delle più storiche e importanti aree protette italiane in un luogo dove le esigenze di conservazione degli habitat vadano di pari passo con il rispetto della vita degli animali selvatici, attivando - fra le altre - azioni di sterilizzazione e trasferimento di parte degli animali in zone non problematiche.

Non è infatti accettabile secondo la LAV, peraltro anche in nome di incidenti stradali inferiori alla media nazionale, far ricadere sui daini le responsabilità di una dissennata gestione operata dagli uomini per gli esclusivi interessi del mondo venatorio. Gli animali infatti non sono originari del territorio del Parco, ma vi sono stati introdotti dal Corpo Forestale nel 1953 con l’intento di farli riprodurre come in un allevamento, per poi traslocarli in altri territori anche a fini venatori. Poi il progetto è sfuggito al controllo, abbandonato, e gli animali sono usciti dai recinti di confinamento trovando nelle zone di protezione - loro, specie purtroppo cacciabile nel resto del territorio nazionale - una zona estremamente ospitale con risorse a disposizione e senza alcun predatore, condizioni che hanno favorito la loro riproduzione.

“Uccidere ora quegli animali innocenti rappresenta quindi un ingiustificabile atto di inaudita violenza e una contraddizione in termini per un’area di protezione alle quali si può e si deve trovare un’alternativa”. E’ lo stesso piano di gestione dei daini redatto dal Parco - diffuso stranamente in prima battuta da chi ha tollerato un bracconaggio tra i più efferati nelle isole Pontine - che prevede, in via prioritaria e fin dal 2016, anno della sua redazione, il coinvolgimento di tutte le parti, associazioni animaliste comprese: non c’è quindi alcun motivo di dare il via a catture e abbattimenti violando lo stesso piano che il Parco del Circeo ha approvato con il precedente Consiglio direttivo dell’Ente di gestione. Il Ministro Costa dia un segnale di effettivo cambiamento anche in questo settore così importante.