Nel Bellunese, alcuni daini, fuggiti da un allevamento, sono ora alla mercè dei cacciatori, nonostante i cittadini si siano fortemente espressi per la tutela di quegli animali.
Gli animali selvatici continuano a essere utilizzati come se fossero oggetti a nostra disposizione, dei quali disporre come meglio crediamo utilizzandoli per i nostri passatempi senza prenderci le dovute cure e pronti a farli uccidere quando non interessano più, ora basta!
Con queste parole Massimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici della LAV, critica aspramente quanto avvenuto negli scorsi giorni nei pressi di Feltre, nel Bellunese, dove alcuni daini, fuggiti da un allevamento, sono ora alla mercè dei cacciatori, nonostante i cittadini si siano fortemente espressi per la tutela di quegli animali.
Noi di LAV, con il nostro ufficio legale siamo già al lavoro per predisporre una denuncia nei confronti dell’allevatore. L’aver consentito l’uscita di quegli animali dal recinto ha infatti realizzato un ripopolamento illegittimo di fauna selvatica, privo di qualsiasi autorizzazione dell’ISPRA, l’Istituto scientifico nazionale deputato a dare il nulla osta per operazioni del genere, reato reso ancora più grave in quanto si tratta di animali appartenenti a una specie non autoctona.
Inoltre, la mancata custodia di quegli animali potrebbe configurare un ulteriore reato compiuto dall’allevatore, in quanto si tratta di individui appartenenti a una specie considerata pericolosa ai sensi del Decreto del Ministero dell’Ambiente del 19 aprile 1996.
Bisogna poi considerare che l’immissione illegittima sul territorio di una specie non autoctona, può comportare gravi ricadute sugli equilibri ambientali creando un danno che si ripercuote sulle altre specie animali e vegetali, potendo così configurare un reato ambientale, tanto più grave perché compiuto in un’area limitrofa al Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
Ora chiediamo che la caccia al daino nell’area della fuga sia immediatamente sospesa e che gli animali usciti dall’allevamento siano catturati con metodi non cruenti e affidati a strutture che possano garantirne la cura fino a fine vita naturale. La fauna selvatica è patrimonio dei cittadini, quegli stessi cittadini che si sono già espressi chiedendo il rispetto della vita dei daini che ora vogliamo diventino simbolo di un nuovo rapporto di convivenza pacifica tra esseri umani e animali selvatici.