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Cuccioli di canguro: la strage "segreta" dell'Australia. #SALVACANGURI

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Ultimo aggiornamento

martedì 13 ottobre 2020

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Diane Smith e il suo compagno, Greg Keightley, tra i protagonisti del premiato film Kangaroo a Love Hate story, con la loro associazione, Kangaroos Alive, salvano i cuccioli di canguro, orfani della caccia commerciale, ogni volta che possono, trascorrendo giorni e notti a perlustrare campi e boscaglia alla ricerca di sopravvissuti al passaggio dei cacciatori, nel territorio vicino la loro proprietà, nelle zone rurali del Galles del Sud. 

A pochi giorni dal World Kangaroo Day, il 24 ottobre, torniamo a fare luce su una mattanza vergognosa e ancora poco conosciuta nel mondo.

LA STORIA CHE SEGUE È IL RACCONTO DI DIANE, TESTIMONE OCULARE DELLA STRAGE DEI CUCCIOLI. 

Ogni notte in tutta l'Australia intere famiglie di canguri vengono devastate, spezzate da proiettili, paura e dolore.

Milioni di canguri sono uccisi ogni anno, perché etichettati come infestanti, e le loro carcasse vendute a scopo di lucro. I cuccioli di canguro (joeys) sono le vittime dimenticate di questa strage: vittime “collaterali”, considerate come "lo scarto" dell'Industria Commerciale Australiana dei Canguri.

Dalla mia proprietà nello stato del Galles del Sud sento spesso il colpo dei fucili,  vedo canguri terrorizzati schiantarsi contro le recinzioni, il rimbombo nauseante dei proiettili che colpiscono, i corpi che cadono. Ogni notte nell'entroterra australiano, cuccioli smarriti chiamano le loro madri colpite a morte, o sgozzate dopo essere state appese al pick-up dei cacciatori.

Ogni notte migliaia di cuccioli vengono percossi a morte o abbandonati a sé stessi, spaventati e soli, alla disperata ricerca di calore e sicurezza, spesso tra i resti fumanti di una delle aree di macellazione dell'Industria “dei canguri”. 

Molto spesso trovo cuccioli morti con i loro musetti premuti contro la testa decapitata della madre, o rannicchiati attorno a ciò che resta del loro marsupio. Ho visto cuccioli di 2 anni tentare di prendersi cura e di proteggere i fratelli minori, dopo che ogni membro adulto della famiglia è stato colpito e catturato dal cacciatore; improbabile che siano sopravvissuti senza la madre, specie i cuccioli più giovani, che riescono a malapena a camminare, non avendo mai lasciato il marsupio della madre.

Sono scene assolutamente strazianti, la vergogna nascosta dell’Australia.

Noi di LAV, con la campagna #SALVACANGURI, ci battiamo da tempo contro questo orrore, chiedendo ai brand di italiani che ancora ne fanno uso, di dire basta alla pelle di canguro. Sostieni la nostra battaglia

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